Indagine amministrativa del Governo su Centro Oncologico
Le conclusioni dell’indagine amministrativa voluta dall’Esecutivo sulla vicenda del Centro Oncologico arrivano sul tavolo del Congresso di Stato e preannunciano l’apertura di un lungo periodo di polemiche e discussioni. I 4 esperti, incaricati di verificare la rispondenza dei fatti, hanno concluso con 4 rilievi che pesano come macigni: Il Segretario di Stato alla Sanità non aveva l’autorizzazione preventiva del Governo per sottoscrivere il contratto con la società privata in questione; il Consiglio di Amministrazione dell’ISS e neppure l’Eccellentissima Camera avevano autorizzato la concessione dell’immobile indicato, l’ala cioè dell’ospedale di Stato; non esiste neppure nessuna autorizzazione preventiva alla concessione in favore della società contraente; la società in questione, poi, non ha nel proprio oggetto sociale alcun collegamento con l’esercizio di attività sanitarie. A leggere le conclusioni tutto appare come un pasticcio. Una chiave di lettura che, ovviamente, l’ex Segretario di Stato alla Sanità, Romeo Morri, non condivide. Nessun commento sulle conclusioni dell’indagine amministrativa: il Consigliere dei Popolari si limita a rilevare che lui stesso ha presentato un progetto di legge per l’istituzione di una specifica commissione consigliare d’inchiesta. Nella Seduta Consigliare di martedì - spiega - chiederò sia concessa la procedura d’urgenza e spero si possa arrivare al suo insediamento in tempi rapidissimi e non come per altre commissioni d’inchiesta, che si ha paura di votare. Mi farebbero un regalo”. I fatti, lo ricordiamo, risalgono al 27 novembre del 2000. L’allora Segretario di Stato firma un accordo con la Globe Business Development & Services srl, con sede a Roma, in Via San Teodoro, 20 con il quale si impegna alla realizzazione di una struttura assistenziale per la prevenzione la cura e la riabilitazione delle patologie oncologiche. L’accordo prevede anche l’uso dell’immobile consistente nell’ala dell’ospedale oggi allo stato rustico. Tutto per un periodo di 30 anni rinnovabile. Il 7 aprile scorso, dopo una lettera di diffida inviata all’esecutivo della società romana, che lamenta investimenti finanziari per una realizzazione mancata, il Governo decide per un’indagine amministrativa e oggi si limita a prendere atto delle conclusioni riservandosi ogni decisione su ulteriori iniziative. Non si esclude il possibile ricorso alla Magistratura o al Collegio dei Garanti.
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