L'intervento di Rete. "Sanità: il Consiglio voterà una legge fuorilegge"
Il Movimento RETE se ne esce deluso dal confronto con il Segretario di Stato alla Sanità Mussoni, affiancato dal Dirigente dell’Authority Sanitaria Andrea Gualtieri , anche perché reale confronto non c'è stato, quanto piuttosto un elenco monodirezionale di buoni propositi. Un monologo insomma. Le nostre numerose richieste di incontro per rivolgere all'Authority Sanitaria alcune domande, sono state dirottate ad un incontro già preventivato con le forze politiche. Incontro apprezzabile certamente, tuttavia non sostituibile alla possibilità di ricevere delle risposte a domande specifiche, solo per mancanza di tempo.
Il punto fondante della questione, che RETE ha già sollevato al Segretario sin dalla prima lettura ed anche in Commissione, è che la recente Legge sulle Libere Professioni Mediche, che passerà in seconda lettura nel prossimo Consiglio, è stata portata completamente in deroga rispetto alle leggi esistenti.
Questa legge, in periodo di spending review offre ai liberi professionisti medici l'opportunità di moltiplicare ore di lavoro, mantenendo appieno le elevate indennità di funzione, mescolando pubblico e privato ed utilizzando l'ospedale pubblico per svolgere i propri servizi a pagamento. Per vedere i limiti di una visione della sanità come azienda che crea introito per lo Stato, basterebbe guardare appena fuori i nostri confini, dove l'Italia ci insegna come a rimetterci sia la qualità dei servizi erogati.
Le contraddizioni non si sprecano.
Da una parte si conferma un esubero di personale sanitario e dall'altra si confeziona una legge che ne aumenta gli orari di lavoro.
Da una parte con Decreti questo governo ha limitato i rimborsi per cure termali, cure odontoiatriche e psicoterapeutiche (cure essenziali!!); dall'altro ora si cerca di ricavare profitto dalla chirurgia estetica concedendo le sale pubbliche del nostro ospedale, nate per rispondere alle esigenze dei cittadini, a professionisti esteri.
Da una parte si profila la costruzione di nuove sale operatorie dal costo milionario da mettere a disposizione di liberi professionisti medici esteri, e dall’altra non si trovano i soldi per dotare la struttura del Colore del Grano di aria condizionata!
Da una lato si dice di voler aumentare l'attenzione alla prevenzione valorizzando i Centri Sanitari, i quali però si vedranno ridurre di 21 unità gli infermieri, gli stessi che da anni richiedono invece più attenzione alla formazione e al mansionario.
Da una parte si parla di equità e dall'altra di fatto si favorisce la libera professione in senso strettamente medico ma creando un pericoloso precedente: perché la stessa possibilità di mescolare pubblico e privato non viene offerta all'Avvocatura dello Stato ad esempio oppure ai geometri?
Ma la cosa piu importante è che la Legge delle Libere Professioni mediche non rispetta il ruolo dell'Authority e del Piano Sanitario.
Perché il Piano Sanitario è tanto importante? Perché delinea gli indirizzi delle azioni da fare, partendo da un punto preciso: la raccolta di dati, l'analisi della situazione esistente e le esigenze a livello sanitario della cittadinanza. Attraverso i dati è possibile, ad esempio, verificare la necessità di concentrare l'azione su determinate malattie in aumento, oppure sottolineare l'esigenza di rapportare le malattie esistenti alla qualità dell'ambiente di un certa area del territorio.
Le Leggi del 2004 prevedono che le attività sanitarie debbano sottostare alle indicazioni contenute nel Piano Socio Sanitario, il quale attraverso il lavoro di analisi dell'Authority Sanitaria, crea gli indirizzi a cui deve attenersi la programmazione e che a sua volta si traduce in legislazione.
Questo si evince dalla Legge del 2004, che all'art 4 espone come “nei Piani vengono esplicitati gli obiettivi che la Repubblica intende perseguire nell'arco del triennio, e le principali politiche ed azioni tese a conseguirli..” sulla base del Piano Sanitario, viene poi definita la programmazione (budget, Piano del Personale, Piano degli Investimenti), l'ISS assicura l'erogazione delle prestazioni sanitarie (art.6)
ebbene, come fa la Legge sulle Libere Professioni a conseguire gli obiettivi del Piano Sanitario in vigore, se questo risulta scaduto da diversi anni?
Il Segretario evidentemente non intende sottostare alle leggi in vigore, visto che la sua Legge sulle Libere Professioni mediche non è inserita in questo percorso. L'ultimo Piano Sanitario risale al 2006/2008, e nonostante le rassicurazioni sul fatto che esso rappresenti ancora uno strumento moderno grazie ai suoi contenuti lungimiranti, di fatto ha validità 3 anni ma soprattutto si basa sui dati e sulle analisi della popolazione sammarinese di quegli anni!
Chi voterà favorevolmente alla Legge sulle Libere Professioni mediche perciò, voterà consapevole di non rispettare le indicazioni del Piano Sanitario (perché scaduto) e quindi saprà di votare a favore di una Legge che non proviene da esigenze reali della cittadinanza ma evidentemente di un progetto che trova altri pretesti ed altri interessi.
Il governo ha fatto leva più volte sul fatto che quello del Segretario Mussoni sia un intervento salvifico e coraggioso rispetto ad una realtà totalmente sregolata, quella delle libere professioni mediche appunto, che se da una parte dovrebbero fermarsi al consulto, in realtà hanno visto e vedono tuttora molti professionisti crearsi un vero e proprio lavoro parallelo ed illegale.
Se da una parte il governo ammette che la libera professione si sia ampiamente sviluppata da molti anni ed al di fuori di ogni regolamentazione, anziché ritenere opportuno rafforzare i controlli, li svuota di ogni loro funzione, legittimando l'illegalità, premiando e allargando enormemente le opportunità di chi ha speculato sul sistema. Ma a favore di chi? Non certo dei cittadini! Se incrociamo i dati dei due documenti di spending review e Piano economico del governo per il 2014, si prevede la necessità di ridurre il personale sanitario sammarinese (80 unità e 21 nei centri sanitari), ma di aumentare i professionisti provenienti da fuori, oltretutto offrendo loro l'ospedale pubblico per i loro interventi, mentre i cittadini dovranno pure accollarsi attraverso nuove tasse (come quelle sui farmaci-il famoso ticket) il costo di nuove sale operatorie tutte da costruire!
Il tutto con il solito spauracchio che se non si intervenisse in questo senso, i servizi diventerebbero insostenibili, senza neppure valutare di tagliare i veri sprechi esistenti. Ad esempio che senso ha l'aver speso milioni di euro per la ristrutturazione di alcuni reparti e sale operatorie dell'ospedale, se il loro utilizzo ora si ritiene più opportuno privatizzare?
Ma se è vero che da più di venti anni si pratica la libera professione al di fuori della legge e senza che nessuno abbia mosso un dito, perché ora tanta fretta nel fare accettare in Consiglio questa Legge? Mese in più, mese in meno, cosa sarebbe cambiato? Non si poteva perlomeno aspettare che fosse redatto il Piano Sanitario, come Legge del 2004 vorrebbe? Non si poteva confrontarsi con le parti, ad esempio cosa ne pensa l'Ordine dei Medici di questa legge?
A questo scopo, visto che, nonostante la nostra ripetuta volontà di un confronto diretto su questi temi, alla fine l'incontro col Segretario e con l'Authority è terminato in tutta fretta senza la facoltà di ottenere risposte alle nostre domande, abbiamo deciso di fare queste domande tramite l'ennesima interpellanza, con la speranza già esposta e sicuramente condivisa dal Segretario, di avere un documento scritto su cui confrontarsi con anticipo, non come avvenuto con la spending review.
Movimento R.E.T.E.