L'intervento di William Giardi (Upr) sulla Giornata contro la Corruzione
la scelta di iniziare questa seduta del Consiglio Grande e Generale con la celebrazione della giornata mondiale anticorruzione, celebrata in tutto il mondo il 9 dicembre 2013, rappresenta l’occasione per svolgere alcune riflessioni su questo argomento e confermare, in seno all’organo istituzionale più rilevante per la nostra Repubblica, l’impegno a contrastare un fenomeno molto negativo per una società evoluta.
Il tema corruzione è stato per molto tempo assente dall’agenda sociale e politica sammarinese e solo recentemente, su istanza di alcune organizzazioni internazionali di cui facciamo parte, si sono fatti timidi passi in avanti per dotare il sistema normativo degli opportuni strumenti di controllo e trasparenza.
L’Ordine del Giorno approvato dal Consiglio Grande e Generale all’unanimità nella seduta del 26 settembre 2013 fissava una serie di obiettivi, alcuni raggiunti – altri ancora allo stadio di enunciazione.
Una road map per accrescere, prima di tutto, la sensibilità della società sammarinese su tale problematica. Un fenomeno, che a livello mondiale distrae ogni anno ingenti risorse economiche dalla legittima disponibilità delle popolazioni, va affrontato, a giudizio dell’Unione Per la Repubblica, prima di tutto in termini culturali.
Deve essere evidente la volontà della classe dirigente – non solo politica – di costruire un insieme condiviso di valori e norme per contrastare il fenomeno.
L’adesione al GRECO (gruppo di stati contro la corruzione del Consiglio d’Europa) del 13 agosto 2010 e il primo e secondo rapporto di valutazione sulla Repubblica di San Marino adottato 2 anni fa dall’Assemblea Generale del GRECO, sono passaggi rilevanti – sulla cui successione temporale recente – si potrebbero aprire serie riflessioni.
Interessante sarebbe capire perché non si è fatto poco o nulla prima, capire perché i vari governi che hanno guidato il paese e le varie maggioranza politiche che hanno avuto l’onere e l’onore di guidare la Repubblica hanno avuto poco interesse a introdurre nell’ordinamento norma ormai ritenute di base per stati evoluti.
Qui è difficile fare dei distinguo fra i partiti, movimenti o persone e a parte alcuni casi, c’è stata una responsabilità collettiva di avere sottovalutato un fenomeno dal quale San Marino non può essere esente.
Le raccomandazioni del GRECO, basate sull’analisi del sistema istituzionale, giudiziario economico e sociale hanno rappresentato per la prima volta a livello pubblico, delle indicazioni concrete su come sviluppare politiche, interventi normativi e linee guida per sviluppare politica sul tema.
L’Ordine del Giorno approvato dal Consiglio Grande e Generale lo scorso settembre ha allargato ulteriormente il perimetro di azione chiedendo fra l’altro:
- di avviare le procedure affinché la Repubblica di San Marino sottoscriva la Convenzione delle Nazioni Unite contro la corruzione approvata dall’Assemblea Generale il 31 ottobre 2003 (Risoluzione 58/4) ed entrata in vigore il 14 dicembre 2005.”;
- di avere evidenza dal gruppo di lavoro interno all’Amministrazione circa gli atti necessari al fine di prevenire e reprimere la corruzione e l’illegalità estendendo l’applicazione sulle situazioni di incompatibilità e conflitto di interessi.
Su quest’ultimo punto, quanto enunciato nell’Ordine del Giorno del Consiglio Grande e Generale con un impegno a adottare:
- norme in materia di trasparenza e relativo obbligo di pubblicità degli atti rispetto a nomine, decisioni, finanziamenti, incarichi e quant’altro di competenza del Settore Pubblico Allargato;
- norme in materia di controlli sulla trasparenza del reddito di chi ricopre ruoli istituzionali e degli amministratori pubblici, e sulla rispondenza rispetto al loro stile di vita;
- sono atti non più procrastinabili e dispiace - UPR lo dice con sincerità - che nei 12 mesi di legislatura spesso le 5 forze di opposizione sono dovute ricorrere a interpellanze per avere informazioni di solito pubbliche in stati evoluti e moderni.
A ciò aggiungo una considerazione, frutto di alcune reazioni che ho avuto da diversi Colleghi nel corso dell’ultima sessione consiliare, a un’interpellanza su gli emolumenti degli organi nominati dal Consiglio Grande e Generale. Noi spesso non abbiamo nemmeno contezza delle condizioni economiche, contrattuali applicate ai soggetti nominati dal Consiglio Grande e Generale per funzioni in organismi istituzionali, enti, società controllate dalla Ecc.ma Camera. Per ragioni misteriose, sono gelosamente nascoste dagli stessi Enti e in molti casi scopriamo – con disappunto generale – che mentre la politica è impegnata a mantenere profili di equilibrio, trasparenza c’è chi vede nel nostro Paese l’El Dorado in cui mantenere privilegi, benefici non più ottenibili fuori dal confine di Dogana. In ciò vi è un aspetto rilevante da considerare quando si parla di provvedimenti per la lotta alla corruzione: la trasparenza!
Vi sono molteplici posizioni apicali di istituzioni o enti sono ricoperte da cittadini non sammarinesi, in alcuni casi nemmeno residenti in territorio. Tale elemento deve essere valutato poiché alcune disposizioni o attività di controllo difficilmente si possono applicare a chi non vive nella Repubblica di San Marino e ogni sforzo – per aumentare la cultura dei cittadini sul tema corruzione – ha poco o nessun impatto su chi viene – temporaneamente – nel nostro Paese ha ricoprire un ruolo istituzionale ben retribuito rimanendo legato in termini culturali e sociali al Paese di origine.
Unione Per la Repubblica in questo vuole lanciare una piccola provocazione: la sfida a costruire un modello sammarinese per combattere il fenomeno della corruzione, un modello che abbia al centro la legalità, il senso civico e consideri la dimensione del nostro Stato, come fattori non replicabile per imporre modelli esterni. Un modello che si deve costruire collaborando con la società civile e le organizzazioni non governative internazionali, un modello che non può essere imposto dall’alto con una costruzione burocratica di norme che alla fine o sono sistematicamente disattese o nella loro applicazione trovano forme in alcuni casi aberranti che non trovano riscontro in giurisdizioni più evolute delle nostre.
Importare “modelli italiani” non ci mette in sicurezza dalla corruzione. L’Italia in base al rapporto 2013 di Trasparency International, a giudizio della sezione italiana di Trasparency che cito integralmente vive questa condizione: “Le interpretazioni devono tenere conto del fattore “soggettivo”, ma è possibile fare alcune considerazioni generali riguardo alle performance anticorruzione dei diversi paesi del mondo: nonostante questo breve passo in avanti, l’Italia rimane ancora confinata agli ultimi posti in Europa, seguita solo da Bulgaria (41) e Grecia (40), ed allo stesso livello della Romani”.
E’ necessario uno sforzo collettivo, misurando l’efficacia di quanto realizzato, considerando come permanenti i risultati ottenuti sul piano normativo ed etico, da implementare anche con quanto oggi potrà emergere dalla celebrazione di questa occasione.
E’ ipocrita lottare contro la corruzione solo perché San Marino è in recessione economica; dopo anni di benessere si invoca la lotta alla corruzione come amuleto per scacciare la crisi dimenticandosi che molti dei problemi di oggi derivano da non scelte passate e che mala gestione non è automaticamente sinonimo di corruzione.
La corruzione, la legalità, la trasparenza, sono argomenti da tenere in costante considerazione, al primo punto dell’agenda di ogni politico – come ci ha ricordato lo scorso 8 novembre durante un’omelia il Santo Padre: “Chi pratica le tangenti - ha detto il Pontefice - ha perso la dignità e dà ai figli pane sporco".
L’appello di Papa evidenzia come il tema abbia essenzialmente una valenza etica e culturale e poi debba trovare applicazione concreta nei comportamenti e nelle norme di uno stato.
Come membri del Consiglio Grande e Generale non possiamo evitare questa responsabilità, ne scansarla approvando norme che ci possono mettere al riparo dai report delle organizzazioni internazionali e renderci fieri quando siamo chiamati come in questa occasione a declamare le leggi, i decreti approvati come rappresentassero lo scudo dietro il quale difenderci da fenomeni molto più sottili e pervicaci.
Ci deve essere un’assunzione collettiva di responsabilità.
La celebrazione della giornata internazionale conto la corruzione, all’inizio di una sessione consiliare molto impegnativa in cui discuteremo direttamente e indirettamente delle sorti finanziarie del nostro Stato, è un’occasione da non sprecare in una fiera dei buoni propositi, ma deve rappresentare parimenti un piccolo, concreto passo per affrancare il sistema paese da pericolosi fenomeni – che non creano ricchezza e a lungo andare offuscano le coscienze.
Il contributo dell’Unione Per la Repubblica alla celebrazione della giornata mondiale della lotta alla corruzione 2013 terminerà con una frase, presa a prestito da John Stuart Mill, celebre filosofo ed economista britannico.
“Il valore di uno stato, a lungo andare, è il valore dei singoli che lo compongono”.
E’ con questo auspicio, Eccellenze e Colleghi Consiglieri che intendiamo celebrare la ricorrenza – usandola poi da bussola per le scelte che come politici e cittadini saremo chiamati a fare in frangenti purtroppo molto complessi per il futuro della Repubblica.
Intervento del Consigliere UPR, Dott. William Giardi, effettuato nella mattinata nell’ambito del comma 1 del CGG per la "Celebrazione Giornata Internazionale contro la Corruzione"