In Italia il nuovo patto europeo soddisfa Monti, che ora però deve concentrarsi sugli scontri sulla Tav
La firma del nuovo patto europeo per la crescita lascia soddisfatto Mario Monti. Ma il presidente del Consiglio, dopo essersi detto al momento “non interessato” al proprio futuro dopo le elezioni del 2013 malgrado Casini voglia confermarlo a Palazzo Chigi, deve concentrarsi sulla situazione determinata dagli scontri sulla Tav in Val Susa. Anche tenendo conto del pressing di Napolitano, timoroso per un’escalation dell’eversione tra i manifestanti, il premier conferma il “massimo impegno” per la liberazione dei tre marò italiani bloccati in India, e presiede una riunione con i ministri Cancellieri e Passera. La linea del governo è chiara e la esprime il ministro dell’Interno: la Tav deve esser fatta, si tratta ma non con i violenti, e gli “anni di piombo” non torneranno. Una posizione che non piace all’estrema sinistra e che crea qualche disagio all’interno del Pd. E intanto Silvio Berlusconi frena. Il cavaliere, che ieri non aveva escluso di vedere di buon occhio per le politiche del 2013 una “grosse koalition” con Pd e Terzo Polo, dopo il vespaio di polemiche dentro e fuori il Pdl fa marcia indietro. “Sono stato frainteso”, dice il Cavaliere, ribadendo di non pensare alla creazione di un nuovo partito politico. E rinnova la sua fiducia ad Angelino Alfano, il segretario del Pdl che proprio lui ha designato e sulla cui capacità di gestire il partito ieri da Bruxelles avrebbe manifestato perplessità. “Lo sosterrò alle primarie del Pdl”, puntualizza Berlusconi raccogliendo il plauso dell’intero partito che, in una stagione congressuale tormentata da sospetti sui tesseramenti e alle prese con un calo di consenso, di tutto ha bisogno tranne di polemiche.
Da Roma Francesco Bongarrà
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