In Italia si allontanano le elezioni anticipate e si fa largo l'ipotesi del "governo di scopo"
A San Marino si è imposto il no al referendum sulla riforma costituzionale, in controtendenza rispetto al resto del voto estero, dove il sì ha avuto nettamente la meglio. Dal Comites i dati ufficiali dicono che, su un 71,91% di votanti, il no si è imposto col 51,77% contro il 48,23% dei sì.
La bocciatura del referendum in Italia ha aperto la crisi: dopo le dimissioni di Matteo Renzi, sono giorni di consultazioni per il presidente della Repubblica, almeno fino a lunedì, perché a metà della prossima settimana vorrebbe affidare un incarico per formare un nuovo governo.
Al Colle sono saliti i presidenti di Camera e Senato e il presidente emerito della Repubblica Giorgio Napolitano, protagonista di tante crisi, mentre per Mattarella è la prima, dopo un solo anno di presidenza.
L'ipotesi voto anticipato pare allontanarsi: intanto bisogna attendere che la Corte Costituzionale si riunisca a fine gennaio e si pronunci sulla legge elettorale. Perché l'Italicum non prevede il Senato, che dovrebbe essere eletto con l'avanzo della vecchia legge, il cosiddetto Consultellum.
E' un quadro istituzionalmente complesso, anche per gli stessi protagonisti politici. L'ipotesi di un Renzi bis pare difficile, anche per lo stesso ex premier. Ma a Palazzo Chigi, per incontrarlo, sono arrivati i ministri degli Esteri e delle Finanze, Gentiloni e Padoan: si fanno i loro nomi per un governo di scopo, che come primo obiettivo avrebbe quello di portare a casa una nuova legge elettorale.
Francesca Biliotti