In Italia si fa strada l'ipotesi di un governo di tregua: insorge il M5S
Sembra reggere, per ora, l'unità del Pd, uscito con voto unanime di fiducia al segretario reggente Maurizio Martina al termine di una direzione che alla vigilia lasciava presagire esiti funesti. No al governo col M5S e no al governo col centrodestra, queste le decisioni, ma forse sì a un governo di transizione, del presidente, o come lo si voglia chiamare. “Daremmo il nostro sostegno a un governo di tregua proposto da Mattarella”, ha confermato Ettore Rosato, vicepresidente della Camera. Un'idea che fa andare su tutte le furie Luigi Di Maio, 5Stelle: “Non esiste tregua per i traditori del popolo – ha detto ai cronisti in Transatlantico, Montecitorio – se dovesse nascere questo governo è perché Salvini si è alleato col Pd. Ribadiamo, al voto a giugno – ha concluso – anche il 24 giugno: abbiamo studiato che si può fare”.
Studi a parte, l'ipotesi di un voto anticipato non è così campata in aria, ma certo non a giugno, casomai tra settembre e ottobre e, per arrivarci, è necessario avere un governo di transizione che possa elaborare anche una finanziaria. Torna a parlare anche Grillo, per proporre un referendum sull'euro, e per dire che la legge elettorale è stata decisa per impedire ai 5Stelle di governare, mentre Salvini spera di ricevere un pre incarico dal presidente della Repubblica.
Diranno tutti la loro lunedì al Quirinale, Mattarella li attende per un unico giorno di consultazioni. L'ultimo, con ogni probabilità.
Francesca Biliotti