Una vera e propria maratona parlamentare dalla quale praticamente nessuno ha voluto essere escluso. 60 gli interventi previsti in assemblea per l’adozione delle nuove regole del voto. Un dibattito che denota posizioni già chiare delle singole forze politiche. Una condivisione diffusa della necessità di dotarsi di una nuova legge e di alcuni principi ispiratori, come la ricerca della stabilità e gli apparentamenti prima del voto, ma si registrano divergenze anche marcate su altri punti contenuti nel progetto di iniziativa popolare, come il voto estero, le cosiddette quote rosa, più propriamente voto di genere, o lo sbarramento. Corposo è il plico degli emendamenti, circa 80, di questi una trentina portano la firma del Polo dei Moderati, 25 quelli della maggioranza, 9 arrivano dal gruppo consigliare democristiano, 1 è firmato dal consigliere Tomassoni per un seggio speciale riservato ai malati intrasportabili. Numerosi gli aspetti toccati da queste proposte di modifica, che saranno discusse al termine dei 60 interventi previsti, al momento della votazione dei singoli articoli della legge. Dalla maggioranza la difesa del testo presentato, delle innovazioni previste, della legge che – si detto nei vari interventi – costituisce un punto di svolta, il passaggio da un vecchio ad un nuovo sistema della politica. La DC partecipa alla ricerca delle condivisioni, ma giudica il voto estero il grande assente da questo intervento, e contesta il doppio turno che rischia, attraverso anche il premio di maggioranza, di stravolgere il sistema proporzionale. Per i Democratici di centro la legge non risolve i problemi del Paese, che sono altri. Sbarramento e doppio turno li vedono un po’ perplessi, sulle quote rosa non nascondono la contrarietà. Per il voto estero – aggiungono – si è persa un’occasione. Dispiaciuto per l’assenza di una soluzione al voto estero si dichiara anche Marco Arzilli della Lista Civica Noi Sammarinesi. “Avremmo preferito – afferma – maggiore coraggio”. Condivise le coalizioni prelettorali e la norma antiribaltone, contrarietà invece per l’ipotesi di sbarramento, che rischia di limitare la rappresentanza democratica. Romeo Morri, dei Popolari, si dichiara d’accordo sugli apparentamenti e sulla norma antiribaltone, ma in questa legge - aggiunge - manca la cosa più importante: un voto estero pulito, chiaro e trasparente. Il Nuovo Partito Socialista condivide norma antiribaltone e coalizioni preventive, ma si riserva di valutare l’intesa che si profilerà su premio di maggioranza e doppio turno. Assolutamente contrario invece a quote rosa e sbarramento. Stessa posizione per Alleanza Nazionale che definisce illogico un possibile sbarramento che già oggi è previsto – rileva Sansovini – nel sistema proporzionale. Non è così che si garantisce stabilità al Paese ma si favoriscono i vecchi partiti. Monica Bollini condivide i principi ispiratori, di una valorizzazione del voto dei cittadini, è d’accordo sulla norma antiribaltone, ma perplessa sui correttivi tipici del maggioritario anche se – dichiara – ci rendiamo conto che nel sistema degli apparentamenti sono necessari. Voteremo – aggiunge, con riferimento al voto di genere – ogni proposta che favorisca la presenza di donne in consiglio. Forte la contrarietà allo sbarramento. Sinistra Unita è convinta nel sostegno alla legge, anche se su alcuni punti avrebbe voluto fare qualcosa di più. La sintesi ottenuta però – dichiara – è assolutamente soddisfacente e si compie un passo in avanti significativo. Accorata la difesa del segretario del Partito dei socialisti e dei Democratici, Mauro Chiaruzzi, del provvedimento e dei suoi punti qualificanti, che evidenzia uno per uno invitando tutti ad un alto senso di responsabilità .
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