Legge editoria, Upr: "Mina alle fondamenta la libertà di informazione
• Consulta per l’Informazione
• Autorità per l’Informazione
• Segreteria di Stato con delega all’Informazione.
• Commissione di Vigilanza
UPR ha posto il problema su i costi degli organismi, sul fatto che in alcuni sono mescolati giornalisti ed editori e che soprattutto l’Autorità Garante per l’Informazione avrà il Presidente indicato dal
governo e i membri nominati dal Consiglio Grande e Generale in base alle spartizioni maggioranza / opposizione.
Ricordiamo che l’Autorità è l’organo centrale nella futura legge sull’editoria e informazione, con poteri vastissimi che vanno dal controllo sulle regole deontologiche dei giornalisti, alle provvidenze all’editoria, all’esame della programmazione della San Marino RTV a procedere all’accreditamento di giornalisti esteri o a condurre verifiche sul rispetto del pluralismo informativo.
UPR è riuscita a fare accettare almeno un emendamento che impone la presenza la presenza di cittadini sammarinesi o residenti all’atto della nomina nell’organismo. Il rischio potenziale era che l’organismo che ha in mano le chiavi dell’informazione e dell’editoria a San Marino potesse essere gestito da cittadini stranieri. Ma ci sono tanti punti che nella legge – troppo complicata lo ribadiamo – minano alle basi il diritto all’informazione, il pluralismo o libertà di stampa.
Il famigerato articolo 15, impallinato dal fuoco amico della maggioranza in quanto creduto un articolo UPR – la dice lunga sul concetto di libertà di informazione. Stringenti limitazioni per gli operatori dell’informazione esteri (giornalisti, cine reporter, fotografi) in Repubblica. Registrazione stile Corea del Nord – senza nemmeno prevedere sanzioni o come gestire chi non si censisce. Sono concetti che gridano vendetta rispetto alla libertà e alle regole che i paesi democratici e moderni hanno nel settore dell’informazione. A ciò aggiungiamo l’articolo 28 “Testate on line” in cui si dice in primis che i social network non sono oggetto di trattazione della legge e poi invece si danno delle prescrizioni legislative contraddittorie e contrarie in alcuni punti anche alle disposizioni legali dei social network stessi. C’è poi il cavallo di battaglia di governo e maggioranza. NO a un ordine professionale strutturato come accade per altre professioni (medici, avvocati, ragionieri e dottori commercialisti, geometri, architetti, ingegneri) autogestito dagli aderenti. SI a un mix Consulta – Autorità in cui si mescola politica, giornalisti ed editori. Un cocktail strano, unico che fra l’altro lascia fuori tutte le testate che seguono San Marino con pagine o servizi ma hanno sede nella Repubblica d’Italia nel nostro circondario.
A giudizio di UPR tale scelta è pericolosa per la libertà di stampa, non risolve i problemi della categoria e soprattutto mette i giornalisti sotto la cappa del controllo politico e degli stessi editori
con i quali hanno un rapporto professionale e ora anche un rapporto nella Consulta e Autorità. Nonostante tutto UPR ha cercato di avere un atteggiamento costruttivo cercando di migliorare ove possibile il progetto. Nonostante la non condivisione di fondo della legge abbiamo apprezzato l’atteggiamento del Segretario di Stato per l’Informazione che almeno ha saputo cogliere qualche sostanziale indicazione fatta dall’Unione per la Repubblica.
Molto peggio è andata invece con la maggioranza su cui vorremmo spendere qualche parola. Ha utilizzato senza ritegno la facoltà di convocare a proprio piacimento la Commissione per avere tutti
i commissari presenti, blindando di fatto il testo di legge e “ammazzando” ogni emendamento dell’opposizione.
Ha fatto proposte politiche al limite del surreale, si è di fatto disinteressata alla discussione e si è segnalata per atti al limite dell’ortodosso. La sospensione inutile del 30 aprile, l’auto bocciatura dell’articolo 15, il tentativo di resuscitare l’articolo 15 come articolo 16. UPR in seconda lettura riproporrà alcuni emendamenti e soprattutto continuerà a denunciare come il progetto di legge mina alle fondamenta la libertà di informazione che non può essere controllata dalla politica e in particolare presidiata da Governo e maggioranza.
Dispiace solo che i tanti anni di attesa da parte degli operatori dell’informazione siano stati vanificati da un progetto di legge che rischia di fare affondare la Repubblica di San Marino nel medio evo per quanto riguarda la libertà di informazione.
Comunicato stampa Upr