La legge elettorale al centro della politica italiana

La legge elettorale al centro della politica italiana.

Dieci giorni: è il termine entro cui la commissione Affari costituzionali del Senato dovrà presentare il testo base per una nuova legge elettorale. Il giorno dopo l’ultimatum del presidente Napolitano, arriva un’accelerazione nel percorso per riformare il meccanismo di elezione del Parlamento. Un’elezione a cui Mario Monti non dovrebbe partecipare da candidato premier: «escludo di considerare una mia candidatura dopo il 2013», dice il presidente del Consiglio che all’Ecofin conferma la “volontà unanime per salvare l’euro”, andando avanti con lo scudo anti-spread. Le affermazioni sulla crisi del presidente del Consiglio, che domani incontrerà gli enti locali sulla spending review che incassa l’opposizione anche dei farmacisti, suonano in linea con quelle del presidente Napolitano, secondo cui “le politiche virtuose continueranno ad essere perseguite dai partiti anche dopo le elezioni del 2013”. Malgrado l’accelerazione, sulla legge elettorale tra le forze politiche le distanze restano; e rimane la battaglia tra preferenze e collegi uninominali. Bersani avverte che il Pd è disponibile a decidere a maggioranza ma vuole chiarezza “per non far fare all’Italia la fine della Grecia”. Dal Pdl, Gasparri chiede che la nuova legge elettorale resti ancorata al discorso delle riforme costituzionali all’esame del Senato: con il partito di Berlusconi che non demorde sul presidenzialismo. E mentre il Cda della Rai designa Anna Maria Tarantola alla presidenza di Viale Mazzini, nella Lega da Bossi arriva un siluro al neo segretario Maroni. “Il capo sono io”, sbotta il senatur spiazzando in vista dell’assemblea dei gruppi parlamentari i nuovi vertici, che però ribattono: la linea del partito la detta il segretario.

Da Roma Francesco Bongarrà

La legge elettorale al centro della politica italiana

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