Legge elettorale, col voto a settembre si profila una campagna ferragostana
L'asse a 4 per il voto anticipato a settembre tiene: Partito Democratico, Movimento 5 Stelle, Forza Italia e Lega hanno detto sì alla nuova legge elettorale in Commissioni affari costituzionali, e il testo è approdato in Aula.
L'idea di Matteo Renzi, segretario Pd, è di ottenere l'ok dalla Camera entro la settimana, e l'ok definitivo dal Senato entro il 7 luglio, per convocare le elezioni d'autunno, il 17 o il 24 settembre, tra il 16 luglio e il 10 agosto.
Lo scioglimento delle Camere dovrebbe così arrivare tra il 14 luglio e l'8 agosto, con conseguente campagna elettorale ferragostana. Cambiano le quote proporzionali, non più 50-50 ma il 62% degli eletti verrà dai listini del proporzionale. L'elettore riceverà una sola scheda, da una parte simbolo del partito e nome del candidato al seggio uninominale e dall'altra simbolo del partito e listino bloccato dei candidati. Il voto si trasferirà dal collegio alla lista e viceversa. Non sarà possibile il voto disgiunto, cioè non si può votare un candidato nel collegio e un partito nella parte proporzionale, cosa che invece è permessa in Germania.
Resta però la soglia di sbarramento del 5%: chi non la raggiunge, è fuori. Tra i più critici alla legge, i parlamentari di Alternativa Popolare, il partito del ministro Alfano.
Sergio Pizzolante parla di “fine della democrazia” se dovesse passare la legge di Renzi, Berlusconi, Grillo e Salvini. “Il sistema politico è impazzito – scrive – e sta regalando il Paese ai 5 Stelle, una forza politica che mette in discussione la democrazia rappresentativa e quindi il Parlamento. Un Parlamento – conclude – con una sola alleanza probabile, quella tra Berlusconi e Renzi, creerà instabilità e ingovernabilità”.
Francesca Biliotti