Legge sulla previdenza: non passa la richiesta di procedura d'urgenza
E’ il sistema previdenziale ad aprire la prima fase di confronto in aula consiliare. Non passa la richiesta di procedura d’urgenza per abrogare la legge quadro sulla previdenza complementare, quella relativa al cosiddetto secondo pilastro e questo rende incerto il percorso verso l’annullamento della consultazione referendaria già fissata per il 18 febbraio. La legge in questione doveva infatti bloccare l’iter referendario e visti i tempi ristretti la macchina dello stato dovrà comunque essere messa in moto, salvo poi fermarsi non appena il provvedimento verrà accolto. Protesta per quella che definisce "una strategia politica irresponsabile" il capogruppo di Sinistra Unita, Alessandro Rossi, che punta il dito sulle opposizioni per il mancato accoglimento della procedura d’urgenza. Non ci sta Rosa Zafferani che replica ricordando l’esito del voto "che sconfessa – dichiara - l’affermazione che l’opposizione in blocco non l’abbia votata. Io stessa –rivela- ho votato si. Questo significa che qualcuno della maggioranza ha votato contro il governo”. Messi in evidenza da Rosa Zafferani i rischi di una inutile spesa per lo stato. Rigettano le accuse i democristiani Giancarlo Venturini e Gabriele Gatti, che accanto alla norma abrogativa si sarebbero aspettati anche un provvedimento di intervento in materia che dicesse quali scelte si intendono perseguire. “Bene ha fatto il governo – dichiara Augusto Casali - a presentare un progetto che avrebbe dovuto disinnescare il referendum, ma l’ha fatto troppo tardi. Non si è chiesto all’opposizione un atteggiamento costruttivo, ma noi fin da ora dichiariamo il nostro voto a questa legge in seconda lettura”. Prevista per la prossima settimana la riunione della Commissione Consiliare Previdenza per l’esame in sede referente e il voto in una nuova sessione parlamentare.
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