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Legge "salva banche": ecco cosa prevede il testo, cambio di strategia per risolvere le crisi

Il Consiglio ha approvato, con la convergenza di tutta la politica, la legge “salva banche”

di Mauro Torresi
15 giu 2019
Ecco cosa prevede la legge "salva banche"
Ecco cosa prevede la legge "salva banche"

Un nuovo modo di risolvere le crisi bancarie, con un set di poteri attribuiti a Banca Centrale, responsabili dei dissesti che saranno 'colpiti' e un intervento pubblico limitato. A introdurre il meccanismo è la cosiddetta legge “salva banche” che ha, come punto focale, il “provvedimento di risoluzione”: uno strumento, se così possiamo chiamarlo, da applicare alle banche in dissesto per garantire la continuità delle funzioni essenziali dell'istituto, evitare effetti negativi sulla stabilità finanziaria e tutelare i depositanti, i fondi e le attività dei clienti.

Uno degli obiettivi iniziali del progetto di legge era proprio quello di scegliere questa strada piuttosto che la liquidazione coatta amministrativa. Gli strumenti della risoluzione sono tre: la cessione di beni e rapporti giuridici a un soggetto terzo, a un ente ponte oppure l'intervento pubblico. Soluzioni che potranno essere applicate da sole o in combinazione. La “risoluzione” è disposta da Banca Centrale. In caso di intervento pubblico, è prevista la deliberazione della Commissione Finanze in seduta segreta su richiesta del Segretario di Stato alle Finanze per conto del Ccr.

Ma cosa prevede la risoluzione? L'organo di amministrazione e l'alta dirigenza dell'istituto in dissesto sono sostituiti oppure, se non cambiati, forniscono assistenza per raggiungere gli obiettivi, gli azionisti sopportano per primi le perdite e le passività sono protette. Sono alcuni dei 'paletti'. La norma stabilisce, non da ultimo, che “i soggetti che hanno dolosamente o colposamente” causato o contribuito al dissesto ne rispondano “ai sensi di legge”. Una volta che le perdite saranno ripianate, fino al pareggio tra attività e passività, si attuerà la cessione al soggetto terzo oppure all'ente-ponte. Quest'ultimo è, in sostanza, una società interamente o parzialmente detenuta da Banca Centrale, Fondo di tutela dei depositanti e Eccellentissima Camera che manterrà operativa la banca. Una volta che il mercato lo consentirà, beni e rapporti giuridici saranno ceduti a terzi.

Un tratto della legge è dedicato all'intervento pubblico: è previsto infatti un sostegno finanziario straordinario agli istituti di credito in difficoltà, ma solo come “soluzione di ultima istanza” e, anche in questo caso, dovrà essere agevolata la cessione ai privati appena il mercato la renderà possibile. La norma stabilisce anche una procedura speciale di riscossione dei debiti esattoriali. Una parte è poi incentrata sul Fondo di garanzia dei depositanti che potrà intervenire nella procedura. Saranno garantiti anche i fondi pensione.


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