Legge dei semi: lo Stato che tutela la biodiversità. Ecco le principali novità.
Altro passaggio fondamentale, la presa di posizione contro gli OGM, con il divieto di coltivare varietà transgeniche. E nel caso in cui i semi e il materiale di riproduzione vegetale siano stati originati da coltivazioni che usano sostanze chimiche, allora le stesse sostanze dovranno essere indicate in etichetta.
Nel percorso della biodiversità, un ruolo fondamentale lo gioca l'agricoltore che diventa “selezionatore locale”. Potrà scegliere, “produrre liberamente, conservare e scambiare, condividere o vendere i propri semi”. La legge mette al primo posto “la realizzazione dei diritti degli agricoltori sammarinesi”.
In Consiglio gli animi si sono accesi sull'articolo 13 - poi abolito - che rendeva inammissibili i diritti di proprietà intellettuale su quello che è definito “vivente di interesse agro-alimentare”. Nell'insieme rientrano, ad esempio, i lieviti o i fermenti. Se fosse passata la non brevettabilità, questo avrebbe portato a problemi negli accordi internazionali già siglati, spiega il segretario di Stato all'Agricoltura, Augusto Michelotti. La cancellazione dell'articolo non “cambia nulla”, precisa.
“La scelta politica da fare era tirarsi fuori dal modo dell'Unione di trattare i semi”, afferma Roberto Ciavatta (Rete). In questo modo, spiega Ciavatta, San Marino resta uno dei tanti gruppi di agricoltori custodi. “Non ci si può smarcare di fronte ad accordi già firmati”, risponde Michelotti.
“Gratitudine e soddisfazione” per l'approvazione è stata espressa da Francesca Piergiovanni, proponente del progetto di legge.
La norma prevede anche la creazione di una banca dati pubblica con, tra gli altri dati, informazioni sulle piante e sulla disponibilità di campioni, per condividere, nel futuro, i saperi di chi coltiva e cura la terra.
Mauro Torresi