Legge sull'editoria: interviene Cittadinanza Attiva
Sinistra Unita e Civico10 sono partiti con questo assunto, nell’analizzare il testo di legge arrivato ad approvazione nella mattinata di ieri in Consiglio Grande e Generale. La Segreteria di Iro Belluzzi ha presentato in prima lettura un testo di legge che ha sollevato giustamente critiche dai toni anche molto accesi sia da parte delle opposizioni, sai da parte degli operatori del settore. In quel testo c’erano problematiche gravissime che i Consiglieri di Cittadinanza Attiva, assieme agli operatori e ai colleghi di opposizione, hanno sottolineato più e più volte, sia in aula che sui giornali, essere capaci di minare realmente la libertà di informazione nel nostro Paese. Mancanze, soprattutto, come la richiesta di trasparenza per gli assetti proprietari di coloro che percepiscono finanziamenti editoriali o la totale assenza di definizioni chiave in questo settore come il diritto di cronaca o di satira, ma anche prescrizioni incomprensibili, come la necessaria approvazione del Codice Deontologico da parte di un Autorità garante di nomina a maggioranza politica, oppure la totale assenza di meccanismi di garanzia (come il ricorso) per gli operatori, nei confronti delle sanzioni comminate dalla stessa Autorità, o la poca considerazione riservata dalla normativa transitoria nei confronti di chi opera da anni in Repubblica.
Grazie ai tanti emendamenti presentati dai gruppi di opposizione e grazie alla disponibilità ad accoglierli da parte della Segreteria che, evidentemente, si è resa conto delle criticità contenute in quella prima bozza, emendamenti che ricalcavano in parte le condivisibili osservazioni fatte dagli stessi operatori in diversi documenti, tanti aspetti inaccettabili sono stati mitigati. Il testo di legge arrivato in seconda lettura è nonostante questo un testo incompleto, un’occasione mancata, come lo hanno definito alcuni membri di opposizione, considerato il tempo avuto per un confronto approfondito su questo argomento. L’impressione avuta da tanti, è che si sia voluti arrivare a tutti i costi all’approvazione di questa Legge, auspicabile, utilissima a regolamentare meglio il settore, ma non necessaria, perché quel settore operava comunque da decenni all’interno di un quadro di regole più labili e rispettate da pochi, politica e amministrazione in primis. Un decisionismo che ha dato spalla alle critiche di chi ha voluto vedere un tentativo estremo di difesa da parte della politica, nel momento dello scoppio della questione morale.
Con un confronto preliminare più approfondito si sarebbero forse potuti risolvere tanti punti critici fin da subito, presentando un testo più accettabile già in prima lettura e limitando i toni delle stesse critiche. Magari non si sarebbe potuto cambiare l’impostazione di base della legge, che la Segreteria ha ritenuto dover costruire in funzione di un Autorità di Garanzia, piuttosto che per la creazione di una sorta di ordine che si auto-giudica e auto-sanziona. Impostazione che Cittadinanza Attiva non ritiene una bestialità, ritenendo un’Authority forse più capace di tutelare i diritti dei fruitori di un servizio così essenziale, cioè i cittadini, piuttosto che un qualcosa di simile ad un Ordine Professionale.
Ma considerata la delicatezza e la trasversalità del settore, il cui corretto funzionamento è “conditio sine qua non” per lo svolgimento delle logiche democratiche, siamo convinti che una migliore capacità di condivisione ed ascolto sarebbe stata capace di sviluppare sicuramente meno polemiche, ma anche un testo di legge più completo.