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Libera contro la chiusura della scuola di Città. Morganti: "Un abominio"

Focus anche su accordo con Bankitalia. Ciacci, "scioccati che non sia più una priorità". Boschi, "Governo ad egemonia Dc. Gli alleati non esistono"

di Monica Fabbri
8 giu 2021
Libera contro la chiusura della scuola di Città. Morganti: "Un abominio"
Libera contro la chiusura della scuola di Città. Morganti: "Un abominio"

La chiusura della scuola di Città un “abominio”, tuona Giuseppe Morganti, che si lancia nell'accorata difesa del “patrimonio culturale del paese” e di un'agenzia educativa “storicamente preziosa”, che ha aggregato una comunità. Non tiene, per Libera, la ragione dei numeri: “In Città ci sono più di 28 iscritti”. Temporanea, poi, la crisi demografica: “L'accordo di associazione all'Ue – spiega Morganti - porterà cambiamenti radicali”. Si potevano cercare altre soluzioni e strutture. “Quella scuola è stata progettata a misura di bambino”. Adeguarla all'istituto musicale – avverte – costerà un patrimonio. “La scuola elementare di Città è la prima scuola della Repubblica, quindi ha una radice profonda che viene tagliata, spezzata. Questo è un abominio, perché quando si tagliano le radici prima o poi cadono anche gli alberi”. Della scuola di Città Libera parlerà in serata pubblica giovedì mentre, questa sera, lo farà il Governo.




Altro tema: il sistema bancario. “Siamo scioccati che il memorandum con Bankitalia non sia più una priorità”, Matteo Ciacci commenta così l'annuncio del Segretario alle Finanze ai margini degli incontri romani. “Un'incoerenza – attacca - rispetto a quanto sostenuto in passato, in primis da Rete. Ci chiediamo – continua – se Banca Centrale concordi con questa nuova linea strategica”. Parla di ritorno ad una “gestione opaca” e teme che sia tutto collegato ad “interessi indicibili” e a quei grandi debitori di cui Libera ha invocato, invano, l'anagrafe.

Spietata l'analisi politica: “E' un Governo ad egemonia totale Dc, gli alleati non esistono” – attacca Luca Boschi, che punta il dito contro la “restaurazione di vecchie logiche e personaggi che nessuno rimpiangeva”. “Quando la maggioranza era all'opposizione non faceva che parlare di questo benedetto accordo con Banca d'Italia. Ora che è al Governo e ha l'opportunità di farlo, fa marcia indietro”, critica Morganti. “Quel tema è stato uno dei leit motiv della strategia politica di Rete. Se ne dimenticano così, dalla sera alla mattina. Ma ormai ci siamo abituati”.





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