ACCORPAMENTO ELEMENTARI

Libera contro la chiusura della scuola di Città. Morganti: "Un abominio"

Focus anche su accordo con Bankitalia. Ciacci, "scioccati che non sia più una priorità". Boschi, "Governo ad egemonia Dc. Gli alleati non esistono"

La chiusura della scuola di Città un “abominio”, tuona Giuseppe Morganti, che si lancia nell'accorata difesa del “patrimonio culturale del paese” e di un'agenzia educativa “storicamente preziosa”, che ha aggregato una comunità. Non tiene, per Libera, la ragione dei numeri: “In Città ci sono più di 28 iscritti”. Temporanea, poi, la crisi demografica: “L'accordo di associazione all'Ue – spiega Morganti - porterà cambiamenti radicali”. Si potevano cercare altre soluzioni e strutture. “Quella scuola è stata progettata a misura di bambino”. Adeguarla all'istituto musicale – avverte – costerà un patrimonio. “La scuola elementare di Città è la prima scuola della Repubblica, quindi ha una radice profonda che viene tagliata, spezzata. Questo è un abominio, perché quando si tagliano le radici prima o poi cadono anche gli alberi”. Della scuola di Città Libera parlerà in serata pubblica giovedì mentre, questa sera, lo farà il Governo.

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Altro tema: il sistema bancario. “Siamo scioccati che il memorandum con Bankitalia non sia più una priorità”, Matteo Ciacci commenta così l'annuncio del Segretario alle Finanze ai margini degli incontri romani. “Un'incoerenza – attacca - rispetto a quanto sostenuto in passato, in primis da Rete. Ci chiediamo – continua – se Banca Centrale concordi con questa nuova linea strategica”. Parla di ritorno ad una “gestione opaca” e teme che sia tutto collegato ad “interessi indicibili” e a quei grandi debitori di cui Libera ha invocato, invano, l'anagrafe.

Spietata l'analisi politica: “E' un Governo ad egemonia totale Dc, gli alleati non esistono” – attacca Luca Boschi, che punta il dito contro la “restaurazione di vecchie logiche e personaggi che nessuno rimpiangeva”. “Quando la maggioranza era all'opposizione non faceva che parlare di questo benedetto accordo con Banca d'Italia. Ora che è al Governo e ha l'opportunità di farlo, fa marcia indietro”, critica Morganti. “Quel tema è stato uno dei leit motiv della strategia politica di Rete. Se ne dimenticano così, dalla sera alla mattina. Ma ormai ci siamo abituati”.

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