Le “liste pulite” fanno storcere il naso a Pd e Pdl
Intanto, dall’Estremo Oriente dove cerca di attrarre investimenti in Italia. Mario Monti guarda alle prossime elezioni, e in qualche modo frena alle candidature, date ormai per sicure in diversi partiti di ministri del proprio governo. “Mi auguro che siano limitate nel numero e distribuite politicamente, per non consentire una chiave di lettura retrospettiva sul colore politico di questo esecutivo”, sostiene il professore che promette di fermare eventuali provvedimenti che possano apparire come strumenti elettorali E mentre appare sempre più concreta la prospettiva della fiducia alla Camera sul taglio dei costi della politica, a Montecitorio ferve il lavoro per le modifiche alla legge di stabilità richieste dai partiti, a partire dai fondi per la sicurezza. “Se non verranno incrementati non voteremo la legge”, minaccia il Pdl. E mentre il Pd si prepara alle primarie, con Bersani che prevede una partecipazione alla consultazione tra due e tre milioni di elettori, Di Pietro prova ad uscire dalle secche e dice basta al “fuoco amico” sull’Italia dei valori, che però non si placa.
“Non sciolgo il partito”, annuncia l’ex Pm promettendo una collaborazione con Grillo, anche lui contestato dalla base.
Da Roma Francesco Bongarrà