Luca Lazzari: "tempi straordinari richiedono misure straordinarie"

Luca Lazzari: "tempi straordinari richiedono misure straordinarie".
“Le lunghe e complesse indagini svolte sinora hanno consentito di aprire uno squarcio su una realtà tanto ignorata, quanto radicata: l'esistenza di un'organizzazione criminale, che – grazie alla preminenza dei suoi membri nel mondo istituzionale, finanziario e imprenditoriale – è stata in grado di mantenere ed espandere il proprio potere, influenzando la vita politica ed economica del Paese, a vantaggio del gruppo e a discapito della collettività”. Ad affermarlo non è un opinionista, ma la magistratura. Ora che il vaso di Pandora è stato scoperchiato i grandi mali del Ventennio volteggiano e si spandono visibili agli occhi di tutti; avvelenano e intorbidiscono la realtà, in uno smisurato intreccio di condizionamenti, ricatti e vincoli che coincide, in modo pericolosissimo, con la caduta dell’economia e delle finanze pubbliche. Sono in molti, sulla base di queste considerazioni, a chiedere lo scioglimento del Consiglio: una misura giusta nella forma, ma – a mio parere – sbagliata nella sostanza. Ne seguirebbe una ricomposizione segnata dall’interesse e dalla salvaguardia di parte. Ovvero, le forze politiche più compromesse, come reazione alla perdita di consenso e al procedere delle indagini giudiziarie, si stringerebbero a pugno; l’attuale legge elettorale, poi, farebbe il resto. In tal senso, il ritorno al sistema proporzionale potrebbe rappresentare una misura pratica e immediata: farebbe cadere lo stretto vincolo delle coalizioni pre-elettorali (stretto soprattutto per chi è mosso da una carica ideale e programmatica), annullerebbe la logica del «voto utile», aprirebbe le porte del governo alle forze politiche più giovani; ma avrebbe, per contro, il grande limite di essere un misero aggiustamento tecnico interno all’attuale quadro politico.
Quelli che la Repubblica sta attraversando sono tempi straordinari. E i tempi straordinari richiedono misure straordinarie.
UN NUOVO ARENGO
Pur sconfinando dalla costituzionalità, avrebbe – a mio parere – legittimità politica. Per darle slancio, sarebbe importante che un certo numero di consiglieri si autosospendesse dal proprio ruolo, così da strappare una parte delle istituzioni alla politica di palazzo. Dopodiché, questi dovrebbero aderire a un’Assemblea aperta, la più possibile rappresentativa, cui i cittadini parteciperebbero non come semplici uditori, ma con diritto di parola. Ovviamente occorrerebbe adottare un regolamento molto rigido e preciso per evitare inefficacia e dispersione. Compito dell’Assemblea dovrebbe essere la composizione dei quesiti per un nuovo passaggio arengario che, come nel 1906, definisca gli indirizzi generali di riforma dello Stato.
IL GOVERNO DELLA REGGENZA
È una misura che già altri prima di me e con formulazioni e accezioni diverse hanno indicato. Benché sia di segno opposto rispetto alla precedente – l’una è democratica, l’altra autoritaria –, a certe condizioni, sarei disposto ad appoggiarla. Si tratterebbe di rimettere gli interi poteri del Consiglio e del Congresso alla Reggenza, la quale, assistita da una serie di figure dall’alto profilo di competenza e di onorabilità, dovrebbe ricorrere a misure capaci di dare salvezza alla Repubblica e di conservarne «la sua perpetua libertà». Ciò darebbe inoltre tempo e modo alle forze politiche di bonificarsi, di sperimentare nuove forme di partecipazione e di ritrovare una connessione col Paese.

Ma al di là delle misure straordinarie, attuabili o inattuabili che siano, quel che davvero è importante è che i sammarinesi nella loro maggioranza tornino presto ad occuparsi della cosa pubblica. Non più secondo gli ormai stinti colori politici, ma secondo una linea di divisione che vede allineati da una parte coloro che vogliono continuare a sfruttare la Repubblica a proprio vantaggio, e dall’altra coloro che vogliono restituirle la dignità che le spetta.

Luca Lazzari

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