Le dimissioni del Segretario di Stato al Territorio, Matteo Fiorini, aprono una fase piuttosto complicata nella vita politica della maggioranza. La cosa più semplice sembrerebbe quella di un avvicendamento con un altro esponente di Alleanza Popolare, considerata la ripartizione degli incarichi di governo scaturita poco più di un anno fa. Stando ai rumors della politica, il candidato più probabile sembra essere Antonella Mularoni e se così fosse il problema si annuncia di difficile soluzione. Un anno fa l'ex Segretario agli Esteri aveva rinunciato ad entrare a far parte del nuovo governo, motivando il suo rifiuto con la scarsa propensione ad occuparsi di questioni legate al territorio. “Non vado ad occuparmi di cose che non conosco – aveva detto – se entro in una squadra di governo è per portare un contributo fattivo e in quel dicastero non ho le competenze per poterlo fare”. Un ragionamento sensato e apprezzato anche per la franchezza e l'onestà intellettuale. Considerato che nulla nel frattempo è cambiato, ci si aspetta che la posizione di Antonella Mularoni sia ancora quella. E questo sarebbe il primo nodo da sciogliere. Sulla strada della sostituzione di Fiorini, però, c'è un altro scoglio piuttosto impervio da superare. Alleanza Popolare non ha mai nascosto la sua insoddisfazione per l'incisività dell'operato del Governo. Superata la barriera della black list, ci si aspettavano segnali di ripresa in tempi stretti, ma ancora così non è. Legittimo pensare che AP intenderà rilanciare quelle perplessità che, nel frattempo sono arrivate anche da altre forze della coalizione di maggioranza. Voci critiche espresse anche nel recente congresso DC. Oggi c'è stato un primo incontro informale e altri sono in programma nei prossimi giorni. Si deve trovare la quadra di una situazione che rischia di diventare imbarazzante. Allora, come sempre accade in questi casi, ecco partito il toto segretari: c'è chi sostiene che al Territorio possa andare Teodoro Lonferini, che però sta portando avanti un piano per il turismo e non sarà facilmente disponibile al trasloco. C'è anche chi ipotizza l'incarico della Mularoni all'Industria e lo spostamento di Arzilli, ma anche in questo caso ci sono progetti avviati che difficilmente il titolare del dicastero accetterà di lasciare a metà. C'è anche chi pensa ad uno smembramento delle deleghe in carico al Territorio, per un riequilibrio generale, ma il nodo del territorio resterebbe irrisolto. In ballo ci sono equilibri delicati e i giochi sono per ora tutti aperti. Nei prossimi colloqui c'è chi intende porre con determinazione l'accento sull'opportunità di cogliere al volo l'occasione che questo passaggio delicato offre all'esecutivo: fare una seria riflessione, magari rivedendo le titolarità dei dicasteri per continuare a lavorare sodo per i 4 anni che separano dalla fine della legislatura, sempre che non si facciano scelte diverse prima della scadenza naturale.
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