Maggioranza: 'Al voto il prossimo aprile'
Il primo passaggio parlamentare per le riforme attese dal paese, dopo la pausa estiva la conclusione dell’iter di adozione, con il voto in seconda lettura, poi, subito dopo, l’ultimo atto del Governo Straordinario: la riforma della legge elettorale. La maggioranza non solo rimarca la solidità dell’alleanza e l’intesa raggiunta sui passaggi di grande respiro, ma segna anche il percorso di qui alle elezioni anticipate, così come fissato nell’impegno di due anni fa. Chiuso il capitolo più importante, quello della legge elettorale, si dovrà votare la finanziaria e poi il governo avrà esaurito tutti i suoi compiti. Sciolto l’esecutivo, trascorsi i 90 giorni previsti per legge, si andrà alle urne, presumibilmente dunque, verso il mese di aprile. Le due forze della coalizione mettono in evidenza le cose fatte e spengono, così, le voci ricorrenti di questi giorni, che volevano l’alleanza in forte crisi, in difficoltà sugli obiettivi da raggiungere, attraversata da fibrillazioni e scontri pesanti. Nulla di tutto questo, spiega il segretario democristiano, Pier Marino Menicucci. Certo – precisa – ci sono state tensioni per la ricerca di un’intesa sugli interventi di riforma, ma nulla di più di una normale dialettica tra due forze diverse, chiamate a compiere un atto di responsabilità verso il paese e impegnate – aggiunge – a dare quelle risposte che si attendevano da tempo”. E l’ordine del giorno della prossima sessione consigliare viene indicato come la cartina di tornasole della solidità dell’alleanza, del rispetto degli impegni assunti. Riuniti allo stesso tavolo, i vertici delle due forze e delle delegazioni di governo, non hanno dubbi “abbiamo fatto quei provvedimenti che tutti volevano ma che nessuno ha portato a compimento. siamo convinti ci siano le condizioni per ricreare quel clima di fiducia che si era smarrito - afferma Mauro Chiaruzzi - gli elettori ci giudicheranno per le cose fatte e non per le illazioni”. Il riferimento, neppure troppo velato, è alle forze di opposizione, criticate per quella che i due schieramenti di maggioranza definiscono un’azione di politica strumentale e demagogica. “Ci dicano come vorrebbero le riforme – tuona Stolfi- invece di polemizzare sul ritardo di una settimana rispetto a questioni di cui si discute da 30 anni. Noi – aggiunge siamo riusciti dove altri hanno fallito e siamo orgogliosi di questo”. “Il governo – gli fa eco Claudio Podeschi – ha fatto il suo dovere, di fronte invece a chi scappa, lascia i partiti e urla, noi restiamo al nostro posto e facciamo le cose che servono al paese. Son interventi epocali ma qualcuno cerca di farli passare sottobanco”. A ribadire la portata degli interventi e che di un atto di responsabilità si tratta, i Segretari di Stato alle Fianzne, Mularoni e al Lavoro, Andreoli, che mettono l’accento sull’impegno profuso per portare il paese fuori dalle secche della instabilità e garantendo interventi importanti, strategici per il futuro del paese dei quali – aggiungono – si verificherà la portata negli anni a venire”.