Maratona Bilancio: via libera all'articolo sull'emissione del debito pubblico. Scintille su un emendamento aggiuntivo
I lavori sono ripresi dall'analisi degli emendamenti aggiuntivi di RF all'Articolo 1 della Finanziaria. Ieri l'approvazione all'unanimità di un testo concordato riguardante la riduzione – in base al reddito - delle rette degli asili nido per le famiglie che hanno due o più figli. Per il resto le proposte di Repubblica Futura erano state respinte. E il copione sembra ripetersi questa mattina; subito bocciato un emendamento riguardante le figure di sistema nella scuola secondaria superiore. Il Segretario di Stato Tonnini ha infatti spiegato come la questione non possa essere trattata in modo disgiunto rispetto alla riorganizzazione scolastica e della docenza. Nella proposta successiva RF sollecita un intervento del Congresso – tramite decreto – per la ristrutturazione del Centro di Formazione Professionale. E ciò per porre le attività scolastiche - nel triennio dedicato all’ottenimento del diploma di qualifica - sotto la competenza del Dipartimento Istruzione; mantenendo in capo al Dipartimento Economia le attività dedicate alla formazione di secondo livello. Un esponente di RF ha spiegato la propria visione del sistema della scuola secondaria superiore; alla luce del previsto – significativo – calo demografico: un segmento liceale strutturato e forte; una scuola tecnica da potenziare, ed una scuola professionale che prenda a modello gli esempi migliori a livello internazionale. Appoggio all'emendamento da parte di Libera, che ha sottolineato la necessità di dare piena dignità al CFP.
“Interessante” l'emendamento, ad avviso di una esponente di DML. D'accordo sull'obiettivo di potenziare il CFP; ma c'è già un impegno in merito della Segreteria di Stato. E proprio il Segretario Lonfernini è intervenuto a stretto giro. “Siamo già dentro ad una realtà professionale ben condotta”, ha spiegato; già attivo un gruppo di lavoro con tempistiche ben precise per relazionare entro settembre sul futuro del CFP, e ciò in vista di una riorganizzazione. Da qui l'indicazione di respingere l'emendamento. Si è poi passati alla proposta relativa all'istituzione di una Commissione speciale sull'andamento demografico. Organo di tipo consultivo, composto da rappresentanti della politica, delle organizzazioni sindacali e datoriali e da 10 membri nominati dalla Consulta per le Associazioni. L'obiettivo è individuare interventi per sostenere la natalità, garantire sostenibilità al sistema pensionistico, riformare il welfare per la terza età. E ciò producendo scenari e stime sugli impatti delle azioni proposte. Un Paese dove si è ridotta la natalità del 30% rischia di morire, è stato spiegato. Il Segretario Tonnini, al netto di perplessità sulla possibile operatività del gruppo di lavoro, ha spiegato come sulle tematiche in oggetto ci si stia già attivando con strumenti ad hoc messi in campo dal Governo. Emendamento respinto. Con quello successivo si intende modificare la norma relativa al Consiglio per la Previdenza. Due le linee d'azione. La prima sul breve periodo; con l'innesto – nell'attuale organo – di persone professionalmente competenti in materia finanziaria, pur essendo sempre indicate da organizzazioni sindacali e datoriali. Si punta poi ad introdurre un nuovo ente – a capitale pubblico e gestione privata - per la gestione centralizzata del fondo pensioni, che si occupi del primo e del secondo pilastro. “C'è un'emergenza stringente”, è stato osservato; occorre intervenire. Perplessità da parte di Libera; sarebbe necessaria una revisione delle norme generali del sistema previdenziale, è stato sottolineato. Il tema è importante – è stato rimarcato dai banchi della DC – ma si tratta di interventi delicati che vanno visti in un contesto complessivo. Il problema del rendimento – è stato comunque constatato - è rimasto fermo al palo. Bocciato l'emendamento. Trattato infine l'ultimo, di quelli aggiuntivi presentati da RF all'Articolo 1. Il contesto è quello della sicurezza; particolarmente sentito, dopo i fatti di cronaca dell'ultimo periodo. Si sollecita allora una deducibilità – fino ad un massimo del 50% - di quanto investito in sistemi di protezione delle abitazioni. E ciò per stimolare un “ecosistema” più sicuro. Il Segretario Gatti ha ribadito come sia sua intenzione trattare il tema delle detrazioni nell'ambito della futura riforma IGR; richiamata anche una maggiore attenzione, perché alcune delle abitazioni “visitate” dai ladri – ha sottolineato – erano munite di impianti di protezione, ma non erano attivati. Non ha comunque escluso nel prossimo futuro interventi mirati a sostegno delle famiglie meno abbienti. Non ha comunque escluso nel prossimo futuro interventi mirati a sostegno delle famiglie meno abbienti. Infine la votazione dell'intero Articolo 1 emendato. Si è passati poi all'esame dell'Articolo 2; in un qualche modo il “cuore” della Legge di Bilancio. Si autorizza infatti il Congresso a stipulare contratti di finanziamento, o ad emettere entro il 2023 titoli fino ad un ammontare complessivo di 450 milioni di euro. E ciò per acquisire le risorse necessarie al rollover del debito pubblico, e l'eventuale reperimento di liquidità che si rendesse necessaria alla luce dell'incertezza del quadro macroeconomico internazionale. Un emendamento governativo autorizza inoltre lo stesso Esecutivo a concludere operazioni a termine con BCSM e banche a partecipazione pubblica per le eccedenze transitorie di liquidità derivanti dal collocamento dei titoli di Stato. Il Segretario ha spiegato come l'emendamento autorizzi il Governo a gestire eventuali esuberi di liquidità. Libera – che dopo la mediazione raggiunta ieri aveva rinunciato alla tattica ostruzionistica – ha ritirato una lunga serie di emendamenti in subordine, nei quali vi erano esclusivamente modifiche della cifra complessiva. Aperta a questo punto la discussione sull'Articolo 2 emendato dall'Esecutivo. Da RF è stato ricordato come l'importo dei finanziamenti previsti sia significativamente aumentato; sottolineando come gran parte dei soldi presi a debito siano utilizzati per la spesa corrente. “Come si fa a non essere preoccupati davanti a questi dati?”. Ribadita allora l'importanza di un piano generale per lo sviluppo del Paese e di una revisione del modello di spesa. In questo Bilancio “la scelta è stata solo una – è stato detto dai banchi di Libera -, formalizzare il debito”, e adesso rinnovarlo. Per il resto – è stato aggiunto - non si vedono novità che consentano al Paese di avere quantomeno conti in pareggio. Una Finanziaria – è stato detto - drammaticamente priva di scelte politiche e di sviluppo. Da qui un invito a ragionare insieme su come rendere sostenibile il debito. Puntato il dito anche sul tema delle consulenze. Un esponente del PDCS ha invitato a guardare i numeri del Bilancio, in particolare le uscite: i 410 milioni per il rimborso dei prestiti. Il differenziale di 40 milioni – ha spiegato - è esattamente corrispondente al valore degli interessi passivi stimati per la nuova emissione. “La situazione del debito rimane sotto controllo”. Suggerito anche un affiancamento – alla Segreteria Finanze – di un ufficio tecnico per far fronte alla gestione del debito; oltre alla necessità di “efficientare” i servizi della PA. Questo Governo e questa Maggioranza – ha dichiarato un altro esponente della DC - hanno creato le premesse di stabilità e di rilancio del Paese. Le parole d'ordine, ora, sono ristrutturazione, riorganizzazione e deciso sviluppo economico. Dalle fila di NPR si è parlato di una difficoltà insormontabile in questa fase storica nel definire un progetto per il Paese; che ha una economia “già molto differenziata” e “funzionante”. Ma non è così in tutti i settori, è stato detto. Dobbiamo saper gestire il debito a lungo termine, ed un sviluppo economico ordinato e coerente. Ribadita allora l'importanza della “cornice europea”. Il Segretario alle Finanze ha sottolineato dal canto suo come siano state sottostimate le entrate e sovrastimate le uscite; ha invitato inoltre l'Aula a considerare le osservazioni del Fondo Monetario Internazionale. “Il debito sta discendendo”, ha detto; “dobbiamo accelerare” - ha aggiunto –, guardando alla futura Riforma IGR. L'articolo emendato è stato infine approvato con 23 voti favorevoli e 4 contrari. Quindi l'esame di un emendamento aggiuntivo presentato dall'Opposizione; nel quale si chiede di vietare all'Eccellentissima Camera l'esercizio dell'azione civile – anche nell'ambito di un procedimento penale – contro i giornalisti iscritti alla Consulta. In subordine si chiede che la rappresentanza dell'Eccellentissima Camera, nell'azione civile, possa essere conferita esclusivamente all'Avvocatura dello Stato. In questa legislatura – ha sottolineato un esponente di RF – si è assistito ad un “accanimento” tanto nei confronti di singoli cittadini – ricordato il “caso Serenissima” - quanto di giornalisti. Un fatto “inaccettabile”, è stato detto. Secondo un rappresentante di RETE con questo emendamento si vuole sdoganare la “diffamazione” e l'”insulto”. Un altro esponente del Movimento ha parlato di emendamenti “inopportuni” e “incostituzionali”. Ferma contrarietà anche della DC. La Legge sull'Informazione – ha rimarcato il Segretario di Stato Ugolini - offre le necessarie guarentigie agli operatori del settore; l'Eccellentissima Camera – ha aggiunto - ha tutto il diritto di costituirsi parte civile. “Il problema c'è – è stato osservato dai banchi di Libera - c'è un'ingerenza del potere esecutivo sulla libertà di stampa. “Siamo di fronte ad una problematica molto grave per la democrazia”. Secondo Iro Belluzzi, Indipendente di Libera, occorre utilizzare le denunce in maniera più attenta; senza attivare percorsi di pressione che possano esacerbare il conflitto. Quindi il Segretario di Stato Lonfernini, che ha parlato di ragioni di natura politica alla base dell'emendamento; respinti al mittente, poi, i sospetti di ingerenza politica sull'Editoria. Un esponente di NPR considera una “provocazione” l'emendamento; in caso di accoglimento – ha osservato - si andrebbe a creare una parziale immunità per una categoria. E poi un appello affinché le diatribe politiche restino all'interno della politica. “Con i soldi pubblici non vogliamo perseguire i giornalisti”, ha detto una rappresentante di RF.
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