Marcucci lancia un grido d’allarme e traccia il profilo della situazione occupazionale in Repubblica
E’ un appello accorato, sofferto ma deciso, quello che il segretario di Stato al Lavoro lancia rivolgendosi al Governo italiano, agli organismi internazionali, a tutti coloro che sono in grado di fare scelte per uscire da una situazione che non esita a definire drammatica. Snocciola i dati del settore privato, Marcucci, evidenzia il calo di occupazione, le difficoltà in cui versano gli imprenditori, la crescita quasi esponenziale del ricorso a cassa Integrazione, accordi di mobilità, ammortizzatori sociali. Evidenzia che a soffrire di più di questa situazione sono i giovani, le giovani coppie, alcune costrette anche a rinunciare alla prima casa perché non in grado di proseguire nei pagamenti delle rate del mutuo: per 7 di loro - evidenzia - quest’anno sono partite le procedure per la revoca del finanziamento e la rivalsa sull’immobile, hanno tutti meno di 40 anni. E’ piuttosto provato, il segretario al Lavoro, quando fa notare il numero delle richieste di credito sociale, e le pratiche a cui è stata data risposta negativa: sono comunque famiglie vicine alla soglia di indigenza - afferma - dobbiamo fare qualcosa tutti prendere coscienza della gravità del momento, fare passi in avanti per ricercare le soluzioni più adeguate”. Il suo è un grido d’allarme che rivolge all’interno del Paese ma anche al Governo italiano e agli organismi internazionali. Indirettamente parla al ministro Sacconi, a quello degli Esteri, Frattini: l’economia sammarinese rischia di essere strangolata, non voglio pensare che un governo che si dice liberale e liberista, come quello italiano, abbia deciso a tavolino di dichiarare la morte di un Paese che affonda le proprie radici in 1.700 anni di storia. Si rivolge a Tremonti: “San Marino non è un luogo di malfattori, ma di persone per bene che pur apprezzando il suo operato per rafforzare i principi di legalità, merita rispetto e attenzione. Quelli che lei individua come mascalzoni - manda a dire al ministro dell’Economia - lo sono anche per me e per i miei concittadini. Combattiamoli insieme”. Non manca neppure di rinnovare le su perplessità per le scelte della finanziaria: deve contenere gli strumenti per il futuro. Non è quella della tassazione la strada da perseguire, servono posizioni forti e lungimiranti in grado di dare speranze”. Non si dimette, Marcucci, come le voci di corridoio davano per probabile: “Non lascio la nave quando impazza la tempesta - commenta - non fa parte della mia cultura e neppure di quella di chi, insieme a me, lavora per ricercare soluzioni”. Nel video l'intervista al segretario Gianmarco Marcucci
Sergio Barducci
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