Mario Monti ribadisce: "mi fermo a primavera"
E sulla legge elettorale resta l’impasse. Lo scontro rimane sul dilemma tra il premio di maggioranza e l’introduzione delle preferenze, a cui l’Udc di Casini non intende rinunciare. L’atteggiamento dei centristi, che sul premio di maggioranza sono disposti a trattare rivendicando la loro indipendenza dal Pd, piace al Pdl, che lo considera “utile”, ma non al Pd che teme blitz in Senato. I contatti fervono, anche se i bene informati sono convinti che un accordo sarà raggiunto solo dopo le primarie del Pd; ma martedì il presidente del Senato Schifani potrebbe decidere se mandare comunque la riforma in Aula senza un accordo preventivo sul nuovo sistema.
E mentre alla Camera la Lega pratica un duro ostruzionismo sul decreto legge per l’Ilva di Taranto, a sinistra Bersani conferma l’alleanza con Vendola, smentendo formalmente la propria “ira” verso Sel per il referendum sull’articolo 18 che divide il Pd. Ma al segretario gli ex democristiani del Pd e l’Udc chiedono di smarcarsi da quell’estrema sinistra che, con quel referendum, punta a demolire l’”agenda Monti”.
Da Roma Francesco Bongarrà