Mario Venturini: mai denunciato esponenti di Rete, "neppure quando avremmo potuto"
Prosegue il botta e risposta fra Rete e Repubblica Futura, che in una conferenza stampa ha replicato duramente alle critiche mossegli, ieri, dal Movimento
“Una setta, con al vertice un gruppo di invasati”. Giudizio tranchant, quello di Mario Venturini. Il Presidente di RF definisce una “bugia colossale” la denuncia, da parte di Repubblica Futura, di esponenti di Rete. “Non lo abbiamo mai fatto, neppure quando avremmo potuto”; un riferimento all'episodio in Ufficio di Presidenza, che portò alle dimissioni di Matteo Fiorini. “Teppismo politico”, lo chiama Venturini, che afferma poi come la denuncia a Roberto Ciavatta ed Emanuele Santi, per l'irruzione durante il Cda di Carisp, fosse stata decisa all'unanimità dallo stesso Consiglio di Amministrazione; incluso il membro “indicato da Rete”. Una falsità, rimarca, anche sostenere che gli esponenti del CCR siano indagati.
Il Movimento “dice che da un momento all'altro potrebbe accadere qualcosa; noi non abbiamo paura, forse è Rete che deve temere”, avendo fra i propri candidati dei “rinviati a giudizio”. E poi il capitolo Conto Mazzini. Respinta al mittente l'accusa, a Nicola Renzi, di non aver censurato la decisione del Giudice Caprioli. “Suggeriamo a Rete – afferma Margherita Amici - di ripassare le norme sull'ordinamento giudiziario”; sono loro che vogliono “che l'appello del processo non venga celebrato, o quantomeno non da Caprioli”.
Inaccettabile, per RF, anche essere definiti “elite che odia il popolo”. “Sterile, e per stupido calcolo elettorale” la polemica sul CIS, secondo Fernando Bindi, che ricorda come RF avesse proposto la vendita per non gravare sui cittadini; BCSM ha optato per la risoluzione, in ogni caso “le azioni di responsabilità devono essere portate fino in fondo”. Infondate – continua – anche le critiche alla politica estera. “E' stato ricostruito il rapporto con l'Italia, e il tema è la revisione della Convenzione del '39”. Infine un tema ricorrente, per RF: quello del rapporto fra Rete e PDCS. “Gli antagonisti bolscevichi – tuona Bindi – non hanno il coraggio di dire che l'alleanza è già fatta. La DC ha governato per 28 anni, negli ultimi 30, lasciando un'eredità di macerie”.
Nel servizio l'intervista a Margherita Amici – Repubblica Futura