Medici Iss: nell'arco di 5 anni almeno un 10% potrebbe andare in pensione

La carenza di personale Iss non è una novità. Mancano medici in ginecologia, pediatria, pronto soccorso e ortopedia. Si sopperisce in parte con consulenze e collaborazioni, soprattutto nei casi in cui si richiedano competenze specialistiche, ma i comparti sono sotto organico di circa una decina di medici. C'è di peggio: nell'arco di 5 anni almeno un 10% potrebbe andare in pensione.
La direzione ha posto il problema a maggioranza e Governo. Una soluzione potrebbe arrivare dal decreto delegato che emana un bando internazionale per l'assunzione di personale sanitario e socio -sanitario. Per le figure non reperibili nelle liste di avviamento al lavoro, si prevede assunzione a tempo indeterminato. Il decreto diventerà esecutivo martedì, con la firma dei Capitani Reggenti. A quel punto il comitato esecutivo dell'Iss potrà attivare l'iter per la pubblicazione di concorsi per i posti ritenuti più strategici ed urgenti. Si va in deroga alla normativa dei bandi pubblici in cui viene richiesta cittadinanza o residenza. Il contratto a tempo indeterminato potrebbe fare gola a quei medici che, precari in Italia, sperano in una maggiore sicurezza. Franco Santi è fiducioso. “E' sicuramente uno strumento – dice - che ci può permettere di trovare risorse in questo momento carenti. Ma non è la soluzione al problema”. Quindi, come risolverlo? “Affrontandolo – continua il Segretario alla Sanità - da un punto di vista normativo con una legge che vada a regolamentare la carriera retributiva del personale Iss”. In pratica si lavora ad un testo sulle modalità di accesso e sui contratti che legano il professionista a San Marino. “Dovrà essere sganciato dalle regole della Pa”, anticipa Santi. “Serve maggiore autonomia – gli fa eco Andrea Gualtieri che sta anche lavorando con il Governo all'atto organizzativo dell'Iss per dare risposte più appropriate alla popolazione. Si vogliono rivedere dipartimenti e unità, considerando che l'atto organizzativo – spiega il Direttore Iss – risale al 2010”. Per essere appetibili non basta l'aspetto normativo, bisogna adeguare le convenzioni italo-sammariensi in tema previdenziale, “per parificare trattamenti in essere”. Un medico italiano che ha lavorato a San Marino non vede infatti riconosciuto a fini pensionistici il periodo contributivo maturato in Repubblica. “È anacronistico – dice Santi - serve una nuova convenzione fra i due paesi”. Per avviare il confronto si attende l'esito delle elezioni in Italia.

MF

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