
Da quando è stato eletto a Bruxelles con oltre 389mila preferenze, si è ribaltato il mondo, tanto che Stefano Bonaccini ricorda con il sorriso chi gli diceva - dopo averlo visto affrontare da presidente dell'Emilia Romagna Covid ed alluvioni - “andrai a riposarti in Europa”. Ieri, nell'Assemblea Congressuale del Psd, da membro del parlamento europeo ha commentato parole e scelte che “rischiano di toglierci certezze”. Dagli Stati Uniti, faro storico di democrazia liberale, soffia un vento ostile. Trump – ricorda il presidente del Pd– non ha messo i dazi a due regimi (Corea del nord e Russia) e ha sostenuto in Germania il partito di estrema destra Afd, che nel proprio programma ha inserito l'uscita da euro e Nato, la cacciata di tutti gli stranieri “ovviamente crollerebbe il pil il giorno dopo”, ma anche dei tedeschi se non figli di tedeschi puri. Un richiamo ad un pericoloso passato che fa venire i brividi.
L'Europa deve essere forte ed unita se vuole difendere i propri valori e superare questa fase incerta. Resistere si può, ma in che modo? “Come aveva indicato il presidente Mattarella, che ancora una volta lungimirante aveva invitato l'Europa a reagire compatta, serena e determinata, ed è esattamente quello che è avvenuto, tant'è che la tanto vituperata Europa ha dimostrato che con la schiena dritta e contromisure serie nei confronti degli Stati Uniti ha costretto il presidente Trump a tornare più a miti consigli. Vedremo cosa accadrà, perché qui – continua Bonaccini - siamo di fronte a un mondo che nessuno di noi fino a poco tempo fa credeva di dover commentare. Non c'era mai stato un presidente degli Stati Uniti nel dopoguerra che aveva lavorato, invece che rafforzare il patto atlantico, per indebolirlo o addirittura demolirlo. Per cui dobbiamo avere attenzione, essere pronti dopo i 90 giorni di sospensione a verificare cosa succeda.
Però non c'è altra strada per gli appartenenti all'Unione Europea, a partire dall'Italia, che lavorare insieme, perché ognuno da solo di fronte a vecchie e nuove potenze soccomberebbe e non avrebbe proprio alcuna possibilità di prospettiva”. Per Bonaccini, se l'Europa vuole avere un futuro rassicurante, deve seguire la ricetta di Draghi: togliere il diritto di veto ai singoli Stati membri, ricorrere al debito comune, differenziare i mercati. In merito, invece, alla visita da Trump della premier Meloni: “Che la presidente del Consiglio italiana, ma in ogni caso di un paese europeo, democratico e sovrano, vada a incontrare il presidente di una delle più grandi potenze del mondo è assolutamente necessario e giusto. Il tema vero è che ci va dopo aver scommesso sulla propria amicizia.
Abbiamo invece visto che i Dazi all'Italia sono arrivati esattamente come agli altri paesi e molto più pesanti di quanto si pensasse. Sarà un viaggio nel quale non potrà, come forse dalle sue parti qualcuno immaginava, essere colei che porta a casa un risultato importante per l'Unione Europea, al contrario, se non porterà la voce dell'Unione Europea rischierà di isolarsi e indebolirsi. Peraltro chi capisce di economia, e non sono tanti dalle parti del governo, sa che anche se non avessero messo i Dazi all'Italia ma agli altri paesi europei, noi li avremmo pagati allo stesso modo, perché siamo dentro a un libero mercato e ad esempio Germania e Francia sono i primi due paesi di collocazione dell'export italiano. Quindi mi auguro che scommetta sull'asse europeo e non sia tentata dai consigli dei sovranisti alla Salvini, che insieme a Vannacci addirittura indicava nei Dazi un'opportunità. Ho consigliato di venire con me a parlare con gli imprenditori italiani, per vedere cosa gli risponderebbero. Spero quindi che si collochi definitivamente in un asse europeo e non sia tentata da vecchie sirene a fare la sovranista”.