Cari Concittadini,
non è facile in questo particolare periodo storico trovare parole che possano al tempo stesso dare fiducia e ottimismo, come si conviene per un messaggio augurale, senza però trascurare o sottovalutare gli elementi di preoccupazione che emergono dalle oggettive condizioni in cui si trova il nostro paese.
La Reggenza è preoccupata dalle difficoltà in cui si trova San Marino, dagli attacchi esterni che la Repubblica ha subito negli ultimi tempi.
I cambiamenti globali, veloci e ineluttabili, ci hanno colto in parte impreparati, sia come tessuto economico che come tessuto sociale e politico, così il nostro agire e le scelte da noi compiute nel tempo si sono di fatto tradotte in una limitata capacità di prevenire questi attacchi e in una limitata forza nel poterli fronteggiare.
Accanto però alla preoccupazione per il quadro generale, vogliamo sottolineare l’ottimismo che nasce dalla risposta del nostro Paese, dei singoli cittadini ma anche grazie al veloce percorso dalla politica sulla strada della trasparenza, e il fatto che su molti dei principali interventi normativi di adeguamento ai nuovi standard siano confluiti contributi e sostegno di maggioranza e opposizione rafforza la nostra convinzione che non esistano più titubanze su quale sia la giusta strada da percorrere.
I riconoscimenti internazionali avuti, in questo senso, supportano questo ottimismo.
In attesa e con la speranza che il percorso di ricollocamento del nostro paese si completi in tempi brevi, non possiamo non essere consapevoli della principale conseguenza della crisi che viviamo, ovvero quella della difficile condizione occupazionale: i giovani sono spesso costretti a lavori disgiunti dal loro percorso di studi o peggio ancora sono sottoutilizzati rispetto al loro bagaglio formativo e al reale contributo che potrebbero dare al Paese.
In questo momento però possiamo e dobbiamo trovare quello spirito di adattamento e di riscossa proprio dei nostri anni, non avendo paura a percorrere strade certamente più difficili ma che possono sicuramente portare un senso di utilità e di realizzazione. La presenza di un tessuto sociale saldo, dove le famiglie fungono da vero e primo ammortizzatore sociale, può rendere meno duro il passaggio difficile che viviamo.
Più complicata ancora è la crisi occupazionale quando colpisce persone più avanti con gli anni, con famiglie a carico, e più difficilmente ricollocabili in breve tempo nel mondo del lavoro attivo.
Per loro in particolare auguriamo che il nuovo anno rappresenti una novità, invitando la politica, il mondo sindacale, il mondo imprenditoriale ad agire nella consapevolezza che solo attraverso una piena collaborazione fra tutti gli individui, che si manifesta in una presenza viva e forte del mondo del lavoro, può avvenire la fase di riscossa del nostro Paese.
Per favorire questa riscossa occorre il coraggio, da parte della politica, di affrontare le riforme che servono al Paese: accanto a quelle importanti già varate dal Consiglio Grande e Generale, altre sono in via di approvazione, fra queste di particolare importanza è la riforma fiscale.
Una riforma del fisco seria e credibile è la base per creare un rapporto virtuoso fra Stato e cittadini, superando le attuali disuguaglianze ed è strumento fondamentale per rispondere alla richiesta di una forma di giustizia che riconosca che chi più ha più deve contribuire, rafforzando la responsabilità individuale di ciascuno nel riconoscere ciò che può fare per la collettività e per il sistema Paese.
Da una maggiore fiducia nel sistema tributario e da una reale percezione di giustizia può e deve nascere una nuova fase politica, responsabile, partecipata: soprattutto i giovani devono vedere la politica non come un ostacolo al cambiamento ma come l’unico strumento perché questo cambiamento avvenga, attraverso partecipazione disinteressata e responsabile.
A San Marino infatti è facile, per dimensioni e dinamiche politiche, e grazie anche a un rapporto immediato fra popolazione e Istituzioni, incidere sulle sorti della nostra cosa pubblica.
Nuovi approcci e un nuovo senso di appartenenza: siano questi la vera occasione da cogliere in questo nuovo anno, questo è il migliore augurio che possiamo scambiarci questa notte.
Durante questo primo scorcio di semestre da Reggenti abbiamo avuto incoraggianti segnali di ottimismo per il futuro: abbiamo visitato le strutture di accoglienza per gli anziani, abbiamo visitato alcune scuole: i bambini, che sono il nostro maggiore patrimonio, ci hanno dato tanta energia, e queste visite hanno accresciuto il nostro compiacimento nel constatare come i servizi socio sanitari, da un lato, e il sistema di educazione e istruzione dall’altro siano di ottimo livello: questo è decisamente un termometro reale delle possibilità che ha il Paese di affrontare il futuro a testa alta.
Abbiamo poi incontrato tante associazioni di volontariato che operano per costruire una società più giusta e un ambiente più ospitale dove convivere, anche oltre i confini della nostra Repubblica: questi sono segnali che inducono
alla speranza e che dicono che il Paese è vivo.
E a proposito di orizzonti che spaziano oltre i nostri confini geografici, rivolgiamo un pensiero e un augurio ai nostri concittadini residenti all’estero, che col lavoro e il sacrificio hanno rilanciato se stessi e tengono alta l’immagine del nostro paese.
Questi sono alcuni dei pensieri che vogliamo lasciarvi in questo giorno di festa per l’anno nuovo. Parlando di elementi di preoccupazione e di ottimismo. Richiamiamo ciascuno di noi alla propria responsabilità, individualmente e come parte di una comunità, di fare trionfare i motivi di ottimismo sugli elementi di preoccupazione.
Cari Concittadini,
il mio Collega ha parlato di preoccupazione ed ottimismo: questi sono i sentimenti presenti nel mio animo, questi sono i sentimenti che vorremmo trasmetterVi nel nostro messaggio augurale.
Preoccupazione per tutti coloro che hanno perso il posto di lavoro e per i giovani che non riescono a trovare lavoro.
Preoccupazione per l’economia del nostro Paese, per la crisi sempre più grave delle nostre aziende, che hanno sempre più difficoltà a trovare nel nostro Paese condizioni di competitività. Dobbiamo essere più vicini e attenti ai problemi delle imprese e consolidare la loro presenza a San Marino.
Preoccupazione per l’immagine del nostro Paese che deve difendersi non solo da continui e spesso ingiusti attacchi esterni ma anche da una sfiducia, a volte pur comprensibile, presente anche al proprio interno.
Sempre più spesso scorgiamo negli occhi dei nostri cittadini paura nel futuro e sfiducia nella politica e nei politici: come non capirli?
Cari concittadini,
essere sinceri ed affrontare la realtà in tutta la sua crudezza è indispensabile: solo partendo dalla verità si può pensare al futuro con ragionevole ottimismo.
Sono convinto infatti che nonostante tutto dobbiamo sforzarci ad essere ottimisti, a credere nella nostra Repubblica e nella nostra capacità di rialzarci.
Possiamo essere ottimisti se partiamo da un’analisi vera della situazione grave in cui si trova San Marino e siamo capaci di lavorare con onestà e responsabilità per la nostra Repubblica che è piccola ma ha una grande e onorata storia, che ha cittadini seri che con il lavoro, con i sacrifici e con un grande amore per la loro terra hanno saputo fare crescere il nostro Paese.
Certo molti errori sono stati commessi e come ha detto il mio collega ci siamo trovati impreparati di fronte a cambiamenti repentini e ineluttabili.
Ma i riconoscimenti non scontati di rigorosi organismi internazionali sono una base importante per disegnare e attuare un serio e realistico progetto di sviluppo, per normalizzare quel rapporto con l’Italia che è assolutamente indispensabile per ridare fiducia a chi investe e quindi in chi crede nel nostro Paese.
Possiamo essere ottimisti se crediamo nei giovani, se abbiamo il coraggio di scelte anche difficili e impopolari, ma basate sull’unico interesse di San Marino. Se sappiamo dimostrare di realizzare in concreto e nei fatti i progetti indispensabili per il nostro futuro.
Possiamo essere ottimisti se le critiche non ci infastidiscono ma al contrario costituiscono per tutti uno stimolo a fare di più e a fare meglio.
Cari concittadini,
le vostre preoccupazioni sono anche le nostre, ma tutti insieme, senza calcoli personali o elettoralistici, dobbiamo lavorare per un futuro di ripresa della Repubblica di San Marino. E quando parliamo di cittadini ci riferiamo a tutti, indistintamente, sia a quelli residenti a San Marino che a quelli residenti all’estero, auspicando una necessaria e ritrovata unità di tutto il nostro Popolo.
Con questi sentimenti di consapevolezza dei grandi problemi che oggi San Marino ha di fronte ma anche della possibilità di trovare soluzioni concrete, realistiche e coraggiose guardiamo al 2012, rivolgendo a tutti un caloroso augurio.
E se sapremo lavorare da buoni sammarinesi che amano San Marino tutti insieme potremo sperare in un futuro di ripresa, in un futuro di fiducia, in un futuro in cui possiamo ritrovare l’orgoglio di essere sammarinesi.
San Marino, 31 dicembre 2011/1711 d.F.R.
non è facile in questo particolare periodo storico trovare parole che possano al tempo stesso dare fiducia e ottimismo, come si conviene per un messaggio augurale, senza però trascurare o sottovalutare gli elementi di preoccupazione che emergono dalle oggettive condizioni in cui si trova il nostro paese.
La Reggenza è preoccupata dalle difficoltà in cui si trova San Marino, dagli attacchi esterni che la Repubblica ha subito negli ultimi tempi.
I cambiamenti globali, veloci e ineluttabili, ci hanno colto in parte impreparati, sia come tessuto economico che come tessuto sociale e politico, così il nostro agire e le scelte da noi compiute nel tempo si sono di fatto tradotte in una limitata capacità di prevenire questi attacchi e in una limitata forza nel poterli fronteggiare.
Accanto però alla preoccupazione per il quadro generale, vogliamo sottolineare l’ottimismo che nasce dalla risposta del nostro Paese, dei singoli cittadini ma anche grazie al veloce percorso dalla politica sulla strada della trasparenza, e il fatto che su molti dei principali interventi normativi di adeguamento ai nuovi standard siano confluiti contributi e sostegno di maggioranza e opposizione rafforza la nostra convinzione che non esistano più titubanze su quale sia la giusta strada da percorrere.
I riconoscimenti internazionali avuti, in questo senso, supportano questo ottimismo.
In attesa e con la speranza che il percorso di ricollocamento del nostro paese si completi in tempi brevi, non possiamo non essere consapevoli della principale conseguenza della crisi che viviamo, ovvero quella della difficile condizione occupazionale: i giovani sono spesso costretti a lavori disgiunti dal loro percorso di studi o peggio ancora sono sottoutilizzati rispetto al loro bagaglio formativo e al reale contributo che potrebbero dare al Paese.
In questo momento però possiamo e dobbiamo trovare quello spirito di adattamento e di riscossa proprio dei nostri anni, non avendo paura a percorrere strade certamente più difficili ma che possono sicuramente portare un senso di utilità e di realizzazione. La presenza di un tessuto sociale saldo, dove le famiglie fungono da vero e primo ammortizzatore sociale, può rendere meno duro il passaggio difficile che viviamo.
Più complicata ancora è la crisi occupazionale quando colpisce persone più avanti con gli anni, con famiglie a carico, e più difficilmente ricollocabili in breve tempo nel mondo del lavoro attivo.
Per loro in particolare auguriamo che il nuovo anno rappresenti una novità, invitando la politica, il mondo sindacale, il mondo imprenditoriale ad agire nella consapevolezza che solo attraverso una piena collaborazione fra tutti gli individui, che si manifesta in una presenza viva e forte del mondo del lavoro, può avvenire la fase di riscossa del nostro Paese.
Per favorire questa riscossa occorre il coraggio, da parte della politica, di affrontare le riforme che servono al Paese: accanto a quelle importanti già varate dal Consiglio Grande e Generale, altre sono in via di approvazione, fra queste di particolare importanza è la riforma fiscale.
Una riforma del fisco seria e credibile è la base per creare un rapporto virtuoso fra Stato e cittadini, superando le attuali disuguaglianze ed è strumento fondamentale per rispondere alla richiesta di una forma di giustizia che riconosca che chi più ha più deve contribuire, rafforzando la responsabilità individuale di ciascuno nel riconoscere ciò che può fare per la collettività e per il sistema Paese.
Da una maggiore fiducia nel sistema tributario e da una reale percezione di giustizia può e deve nascere una nuova fase politica, responsabile, partecipata: soprattutto i giovani devono vedere la politica non come un ostacolo al cambiamento ma come l’unico strumento perché questo cambiamento avvenga, attraverso partecipazione disinteressata e responsabile.
A San Marino infatti è facile, per dimensioni e dinamiche politiche, e grazie anche a un rapporto immediato fra popolazione e Istituzioni, incidere sulle sorti della nostra cosa pubblica.
Nuovi approcci e un nuovo senso di appartenenza: siano questi la vera occasione da cogliere in questo nuovo anno, questo è il migliore augurio che possiamo scambiarci questa notte.
Durante questo primo scorcio di semestre da Reggenti abbiamo avuto incoraggianti segnali di ottimismo per il futuro: abbiamo visitato le strutture di accoglienza per gli anziani, abbiamo visitato alcune scuole: i bambini, che sono il nostro maggiore patrimonio, ci hanno dato tanta energia, e queste visite hanno accresciuto il nostro compiacimento nel constatare come i servizi socio sanitari, da un lato, e il sistema di educazione e istruzione dall’altro siano di ottimo livello: questo è decisamente un termometro reale delle possibilità che ha il Paese di affrontare il futuro a testa alta.
Abbiamo poi incontrato tante associazioni di volontariato che operano per costruire una società più giusta e un ambiente più ospitale dove convivere, anche oltre i confini della nostra Repubblica: questi sono segnali che inducono
alla speranza e che dicono che il Paese è vivo.
E a proposito di orizzonti che spaziano oltre i nostri confini geografici, rivolgiamo un pensiero e un augurio ai nostri concittadini residenti all’estero, che col lavoro e il sacrificio hanno rilanciato se stessi e tengono alta l’immagine del nostro paese.
Questi sono alcuni dei pensieri che vogliamo lasciarvi in questo giorno di festa per l’anno nuovo. Parlando di elementi di preoccupazione e di ottimismo. Richiamiamo ciascuno di noi alla propria responsabilità, individualmente e come parte di una comunità, di fare trionfare i motivi di ottimismo sugli elementi di preoccupazione.
Cari Concittadini,
il mio Collega ha parlato di preoccupazione ed ottimismo: questi sono i sentimenti presenti nel mio animo, questi sono i sentimenti che vorremmo trasmetterVi nel nostro messaggio augurale.
Preoccupazione per tutti coloro che hanno perso il posto di lavoro e per i giovani che non riescono a trovare lavoro.
Preoccupazione per l’economia del nostro Paese, per la crisi sempre più grave delle nostre aziende, che hanno sempre più difficoltà a trovare nel nostro Paese condizioni di competitività. Dobbiamo essere più vicini e attenti ai problemi delle imprese e consolidare la loro presenza a San Marino.
Preoccupazione per l’immagine del nostro Paese che deve difendersi non solo da continui e spesso ingiusti attacchi esterni ma anche da una sfiducia, a volte pur comprensibile, presente anche al proprio interno.
Sempre più spesso scorgiamo negli occhi dei nostri cittadini paura nel futuro e sfiducia nella politica e nei politici: come non capirli?
Cari concittadini,
essere sinceri ed affrontare la realtà in tutta la sua crudezza è indispensabile: solo partendo dalla verità si può pensare al futuro con ragionevole ottimismo.
Sono convinto infatti che nonostante tutto dobbiamo sforzarci ad essere ottimisti, a credere nella nostra Repubblica e nella nostra capacità di rialzarci.
Possiamo essere ottimisti se partiamo da un’analisi vera della situazione grave in cui si trova San Marino e siamo capaci di lavorare con onestà e responsabilità per la nostra Repubblica che è piccola ma ha una grande e onorata storia, che ha cittadini seri che con il lavoro, con i sacrifici e con un grande amore per la loro terra hanno saputo fare crescere il nostro Paese.
Certo molti errori sono stati commessi e come ha detto il mio collega ci siamo trovati impreparati di fronte a cambiamenti repentini e ineluttabili.
Ma i riconoscimenti non scontati di rigorosi organismi internazionali sono una base importante per disegnare e attuare un serio e realistico progetto di sviluppo, per normalizzare quel rapporto con l’Italia che è assolutamente indispensabile per ridare fiducia a chi investe e quindi in chi crede nel nostro Paese.
Possiamo essere ottimisti se crediamo nei giovani, se abbiamo il coraggio di scelte anche difficili e impopolari, ma basate sull’unico interesse di San Marino. Se sappiamo dimostrare di realizzare in concreto e nei fatti i progetti indispensabili per il nostro futuro.
Possiamo essere ottimisti se le critiche non ci infastidiscono ma al contrario costituiscono per tutti uno stimolo a fare di più e a fare meglio.
Cari concittadini,
le vostre preoccupazioni sono anche le nostre, ma tutti insieme, senza calcoli personali o elettoralistici, dobbiamo lavorare per un futuro di ripresa della Repubblica di San Marino. E quando parliamo di cittadini ci riferiamo a tutti, indistintamente, sia a quelli residenti a San Marino che a quelli residenti all’estero, auspicando una necessaria e ritrovata unità di tutto il nostro Popolo.
Con questi sentimenti di consapevolezza dei grandi problemi che oggi San Marino ha di fronte ma anche della possibilità di trovare soluzioni concrete, realistiche e coraggiose guardiamo al 2012, rivolgendo a tutti un caloroso augurio.
E se sapremo lavorare da buoni sammarinesi che amano San Marino tutti insieme potremo sperare in un futuro di ripresa, in un futuro di fiducia, in un futuro in cui possiamo ritrovare l’orgoglio di essere sammarinesi.
San Marino, 31 dicembre 2011/1711 d.F.R.
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