Il messaggio della Reggenza per la Giornata della Libertà di Stampa
Forse la risposta è da cercare proprio nell’insufficiente grado di affidabilità che questa condizione ancora dimostra, cosicché diventa necessario mantenere viva l’attenzione e non trascurare i pericoli che incombono, nonostante tutto, su una delle garanzie principali dei moderni Stati liberali, sapendo che essa non può e non deve restare una nobile affermazione di principio, ma una consegna da rendere concreta, quotidianamente, da parte delle istituzioni, della politica, della società civile, ma anche dell’imprenditoria che ruota attorno all’informazione e degli operatori che la fanno.
Sapendo altresì che l’informazione è un bene di tutti e che nessuno, quindi, può consentirsi di confiscarla. Per cui essa è più credibile e autorevole solo laddove ha la forza, la bravura e la volontà di contrapporsi al potere e ai potenti, non assecondandoli innanzi tutto, ma incalzandoli in maniera critica e propositiva. Evitando di diventare, essa stessa, potere magari troppo ingombrante, ma avendo ben presente che ogni volta che si fa corriva perde la rilevanza del proprio ruolo fino a renderlo trascurabile, con grave pregiudizio per la democrazia e per la stessa libertà di cui è a salvaguardia.
E neppure si deve, soprattutto in questo ambito, ricondurre tutto ad un solo o ad un prevalente problema di regole, che pure servono e sono importanti, ma occorre far ricorso all’inclinazione culturale, alla sensibilità democratica, all’intelligenza e all’autonomia professionali. Che vanno rivendicate e affermate come diritto alla libertà di comunicare informazioni e idee, con senso di responsabilità, onestà intellettuale e rispetto per chi le riceve.
A parere della Reggenza non ci sono strade diverse o, almeno, altrettanto dignitose ed efficaci. Per cui questa Giornata mondiale va vista non soltanto come occasione di riflessione e di sostegno alla libertà di stampa, ma ancora di più quale invito fermo a far sì che la stampa sia libera da se stessa e dalle esitazioni, se non dai cedimenti, che a volte si nascondono proprio al suo interno.
Non ci sembra questo un problema prioritario della nostra relativamente giovane informazione, ma potrebbe cominciare ad esserlo se non intervenisse un ulteriore salto di qualità, che coinvolgesse soprattutto gli operatori impegnati ogni giorno in prima linea, i quali, da sammarinesi in primo luogo, esprimessero forte l’esigenza di custodire l’identità di questo Stato e di pretendere il rispetto e la considerazione che esso merita.
Se perciò - al di là delle vicende planetarie, spesso gigantesche, o di quelle più invisibili, ma di frequente più drammatiche, delle periferie della terra - tutti noi fossimo pronti ad affrontare e a superare questa piccola-grande sfida avremmo onorato e riempito di contenuti veri il significato di questa Giornata e raccolto l’insegnamento che essa sottende.