Morganti: “Sulle scelte per il sistema bancario c'è bisogno del paese" e bacchetta il Segretario Dc
Sul sistema bancario si gioca una partita importante che vede impegnati Governo e Maggioranza in incontri con Banca Centrale, per discutere delle possibili soluzioni da mettere in campo, esaminando relazioni, cifre, proiezioni, ricadute. Sul tavolo ci sono gli esiti dell'Asset Quality Review che fotografano difetti e quantificano l'intervento. "Servono risorse importanti ma – dice Morganti – al di sotto delle cifre ipotizzate". Si parla di ricapitalizzazioni e accorpamenti. Il capogruppo di SSD non entra nel merito – il confronto è nel vivo - ma alla luce delle importanti scelte da compiere, si appella al senso di responsabilità di politica, forze economiche e sociali. “In questo delicato momento che segnerà il futuro del comparto c'è bisogno – dice – del paese”. Torna quindi sulla querelle aperta dal Segretario Dc nell'intervento di chiusura alla Festa dell'Amicizia, “Venturini – dice Morganti – fa confusione fra manleva e ratifiche del Governo”. Morganti ricorda che lo Stato ha scelto di tutelare risparmiatori e depositanti, salvaguardando il sistema. "Purtroppo – continua – c'è chi preferisce cavalcare un facile consenso sostenendo falsità che fanno presa sulla gente. Certe decisioni sono necessarie e non più rinviabili dopo anni di follie che hanno provocato danni incalcolabili. Dopo aver alzato il velo, ora il futuro si gioca su un lavoro comune, per costruire un Paese nuovo". Da domani il banco di prova: si riapre il confronto sul Piano di stabilità. Nel frattempo si registra un duro intervento di DiM, sulle conseguenze di un eventuale indebitamento con l'FMI. La coalizione porta ad esempio il caso della Grecia che, nonostante l'uscita dal piano di finanziamenti internazionali, si trova in una situazione di estrema difficoltà, con un debito pubblico al 180% e un tasso di disoccupazione triplo rispetto ai livelli pre-crisi. Le politiche di austerity imposte da Fondo Monetario, BCE ed UE, si sottolinea, hanno avuto “evidenti ripercussioni sullo stato sociale”. Dito puntato, allora, contro chi – afferma Democrazia in Movimento – “al Governo di San Marino non vede l'ora di farsi prestare fondi dall'FMI o enti simili”. E questo “nonostante il debito pubblico sammarinese sia tutto interno” e non sia stato dichiarato come si “intendano utilizzare eventuali linee di credito”. Ma soprattutto - si legge in una nota - l'Esecutivo “non ha preso la minima distanza dalla cosiddetta cricca dell'Advantage Financial di Confuorti”. Da qui la richiesta di fermare la vendita dei Crediti Delta, e l'invito alle forze di maggioranza, che ritengono il debito l'”extrema ratio”, “a fare chiarezza sulle reali condizioni del Paese e a muoversi – conclude DiM – per allontanare quegli avvoltoi che, anche questa estate, stanno continuando a banchettare indisturbati”.
I più letti della settimana:
{{title}}
Questo sito fa uso di cookie, anche di terze parti, necessari al funzionamento e utili alle finalità illustrate nella privacy e cookie policy. Per maggiori dettagli o negare il consenso a tutti o alcuni cookie consulta la nostra privacy & cookie policy