La morte di Loris D’Ambrosio irrompe sulla politica italiana

La morte di Loris D’Ambrosio irrompe sulla politica italiana.
L’improvvisa morte di Loris D‘Ambrosio, l’esperto giuridico del Quirinale intercettato nell’ambito delle indagini sulla trattativa tra Stato e mafia, irrompe sulla politica italiana. “Sconvolto” è il presidente Napolitano, che denuncia la “campagna violenta e irresponsabile di insinuazioni e di escogitazioni ingiuriose cui era stato di recente pubblicamente esposto” il suo collaboratore, riferendosi ad Antonio Di Pietro, il quale però dice no alle strumentalizzazioni. Intanto, l’impegno assunto da Draghi a difesa dell’Euro fa volare le borse, raffredda lo spread e lascia tirare un sospiro di sollievo a Mario Monti. Il governatore della Bce gela gli speculatori annunciando che l’Istituto di Francoforte è “pronto a fare tutto il necessario per difendere l'euro”. Parole che sono un balsamo per i mercati ma anche per Monti, che continua a cercare il sostegno dei partiti. A Casini, che vede dopo i faccia a faccia di ieri con Bersani ed Alfano, Monti dice di non porsi scadenze e di preparare l'agenda dei prossimi mesi del governo. Il segnale è chiaro: il professore non pensa a mollare, ma anzi auspica un'intesa sulla legge elettorale. Per questo, Casini sollecita un vertice di maggioranza con Alfano e Bersani. Napolitano vigila, e si confronta con i presidenti delle Camere. Forse qualcosa può muoversi perché, dice Fini, tornare al voto con il porcellum sarebbe “una iattura”. Ma Di Pietro denuncia il tentativo di Pd e Pdl di mettere “all’angolo” i “non allineati”
come lui, Beppe Grillo e Nichi Vendola. E continuano a tenere banco le inchieste giudiziarie: mentre arrivano nuovi particolari sui conti di Formigoni, il governatore emiliano Errani sarà giudicato per falso ideologico.

Da Roma Francesco Bongarrà

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