Sono saliti a Palazzo Pubblico in tarda mattinata, per informare direttamente la Reggenza degli effetti del distacco dal PSD e la decisione di costituire un gruppo consiliare autonomo, che si chiamerà Socialista Riformista. E’ l’ultimo atto di una divergenza di visione politica, di strategia, che si conclude con il divorzio e l’abbandono del progetto nato 4 anni fa: quello dell’unificazione delle forze della sinistra, oggi naufragato miseramente. Se ne vanno 8 dei 18 consiglieri del gruppo PSD, sono Paride Andreoli, Silvia Cecchetti, Simone Celli, Paolo Crescentini, Germano de Biagi, Alessandro Mancini, Alfredo Manzaroli e Federico Pedini Amati. Sono una rappresentanza dei 30 membri del direttivo che hanno firmato la lettera inviata al Presidente e alla Segreteria, nella quale formalizzano l’abbandono del partito. Martedì sarà ufficializzata la nascita della nuova formazione politica, che si chiamerà Partito Socialista Riformista, ispirato – spiegano i fuoriusciti del PSD – agli ideali, i valori e la tradizione del socialismo, al di fuori – aggiungono – delle logiche della vecchia politica.
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