Naufragio Sicilia: Valentini, l'Italia non va lasciata sola
Con queste parole il Segretario di Stato per gli Affari Esteri ha espresso la forte preoccupazione del Governo sammarinese e assicurato un preciso impegno istituzionale, affinché anche da San Marino possa giungere un segno di solidarietà concreta in favore dei tanti profughi, in particolare donne e bambini, tuttora in condizioni di disagio fisico e morale e alla ricerca di una speranza di vita. Per San Marino, l’Italia, in questa sfida, non può essere lasciata sola; ogni paese coinvolto da questo triste fenomeno ha l’obbligo di sostenerla, condividendo insieme le soluzioni più idonee per superare un’emergenza di così ampia portata. Domani Valentini porterà in congresso i fatti di questi giorni, per valutare gli indirizzi concreti da adottare. A tal riguardo proporrà l’opportunità di coinvolgere la rete di associazioni umanitarie presenti in Repubblica, in primis la Croce Rossa Sammarinese nell’intento di coordinare un’azione a sostegno dei tanti profughi e delle terre ospitanti.
Intanto di fronte all'ennesima tragedia del mare, l'Europa si interroga sulle scelte da assumere. Il presidente del Consiglio Ue Donald Tusk annuncia il vertice straordinario dei capi di Stato e di Governo dell'Ue che si terrà giovedi' 23 aprile. Francia e Germania prendono posizione facendo una sorta di 'mea culpa'. L'Italia chiede di risolvere il problema libico, ma esclude un intervento internazionale."Guerra ai trafficanti di esseri umani" dice Renzi lasciando aperta la possibilità di "operazioni mirate" per arrestare gli scafisti. Oggi un altro barcone con 200 migranti è naufragato davanti alla costa orientale di Rodi, in Grecia. Si temono molte vittime. E mentre si conclude lo sbarco delle 24 vittime recuperate dopo il naufragio di ieri nel quale potrebbero essere morti fra i 700 e i 900 migranti, sono 28 i sopravvissuti, i magistrati di Palermo fanno luce su una presunta rete transnazionale di viaggi di migranti verso la Sicilia e spiegano che sulle coste libiche ci sarebbe circa un milione di persone pronte a partire per l'Europa. Oggi tre nuove chiamate di richiesta d'aiuto da altrettante barche al largo della Libia. Si cerca un accordo generale, tenendo presente che deve essere certo che il mantenimento dello status quo non può essere un'opzione. Berlino non esclude un Mare nostrum 2, ma fa sapere che non basta. Anche da Schulz arriva l'allarme - Al di là delle responsabilità politiche, l'Ue deve interrogarsi anche su quelle morali: "non può continuare a esprimere il suo cordoglio e il giorno dopo la tragedia continuare come se nulla fosse"