Nel Pdcs parla la base; nel Ps si riparte dalla costruzione della casa socialista

In casa Dc la base fa sentire la sua voce. Ieri sera il confronto è stato lungo e partecipato. Oltre quaranta gli iscritti a parlare. Non c'è stato il tempo di ascoltarli tutti, ragion per cui il Consiglio Centrale verrà riaggiornato a mercoledì prossimo. C'è un dato politico che emerge con forza: la grande partecipazione dei militanti democristiani. Il loro messaggio è per il rinnovamento e un cambio di passo. In via delle scalette c'è un'anima che vuole dare nuova impronta al partito e chiede una visione più laica e moderna. Inevitabilmente si scontra con chi è fortemente ancorato alle tradizioni. Sui temi etici, dunque, le posizioni si dividono. Valori e principi – fa notare Marco Gatti – devono essere però affrontati nel Congresso generale, dato che non è prerogativa di nessun altro organismo. La voglia della base di esprimere la propria posizione viene salutata da Teodoro Lonfernini con entusiasmo e, forse, con sollievo. Lonfernini riconferma le critiche e invita ad andare oltre la sola valutazione delle circostanze post elettorali. “Serve qualcosa di più – dice - per fare riardere la passione politica, che è quello che vuole la gente.” Nessuna data certa, al momento, per l'Assise. L'orientamento è di celebrarlo quanto prima. Probabile a fine febbraio o ad inizio marzo. Direzione tranquilla, invece, nel Partito Socialista. Anche qui si è parlato di Congresso. Si è deciso la costituzione a Gennaio di un gruppo esecutivo che gestisca il partito fino a quel giorno. La Direzione ha poi preso atto delle dimissioni di Roberto Raschi da Segretario e di quelle di Paolo Crescentini da Presidente. Partecipa agli incontri anche l'indipendente Denise Bronzetti, a cui è stato proposto di entrare nel partito a pieno titolo. “Si riparte dalla costruzione della casa socialista – spiega Alessandro Mancini – e di allineamento con la base”. Non ci sarebbero però tensioni interne. Anche i più critici – dice – sono venuti in Direzione con spirito propositivo, animati dalla volontà di dare un loro contributo per gestire il partito al meglio. Riunioni anche in maggioranza. Repubblica Futura ha nominato Roberto Giorgetti Presidente del Gruppo consiliare. Nicola Selva coordinerà le attività verso la costituzione del nuovo soggetto politico.

Monica Fabbri

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