Nel primo discorso di ingresso i Capi di Stato si soffermano sulle emergenze del Paese
Giancarlo Capicchioni e Anna Maria Muccioli partono dal riacquisito “rapporto speciale” con l'Italia che, il prossimo anno sarà sancito dalla visita di Napolitano, ricordano le tematiche referendarie, ma soprattutto chiedono ripetutamente alla politica e ai sammarinesi, di recuperare pienamente il senso dello Stato. Le decisioni, sottolinea la Reggenza, devono essere frutto di concertazione, così come va mantenuto vivo l'ascolto dei cittadini per rafforzare il legame con le istituzioni. Ma allo stesso tempo tutta la comunità sammarinese viene richiamata alla responsabilità nazionale e all'etica pubblica, per la Reggenza “veri indicatori di civiltà” che non possono essere messi in discussione da comportamenti che inficiano la legittimità e l'onorabilità delle istituzioni.
Parlano di “svolta storica” i Capi di Stato e, ribadendo l'autorità che gli deriva dagli antichi Statuti, assicurano la loro attenzione verso i più deboli, le famiglie in difficoltà, i disoccupati, i giovani, i portatori di disabilità, i bambini. Chiedono ai sammarinesi di non indulgere al pessimismo e allo scoraggiamento ma di fare la propria parte mantenendo alta la dignità e integra la coesione sociale. Guardiamo con attenzione, conclude la Reggenza, alla prova che le forze politiche daranno della loro capacità di risolvere i problemi del Paese, perchè è attraverso una rinnovata fiducia nella politica, nelle sue scelte condivise e nella sua capacità di rigenerazione che si costruirà un futuro stabile e sereno.
Sonia Tura
Il discorso integrale della Reggenza
La Reggenza accoglie con viva gratitudine il messaggio appena pronunciato da Sua Eccellenza Monsignor Adriano Bernardini, Nunzio Apostolico, Decano del Corpo Diplomatico e Consolare accreditato a San Marino, ed è particolarmente lieta di formulare all’Alto Plenipotenziario e ai Rappresentanti dei numerosi Paesi oggi convenuti un cordiale benvenuto nell’antica Repubblica del Titano, che li accoglie con sentimenti di amicizia, alta stima e considerazione.
La solennità dell’odierna Cerimonia, che racchiude e tramanda immutati i capisaldi della democrazia dello Stato sammarinese, prende infatti avvio con il tradizionale messaggio augurale del Nunzio Apostolico che, oltre ad inscriversi negli ottimi rapporti esistenti tra San Marino e Santa Sede, porta con sé moniti, principi e valori particolarmente cari alle Istituzioni e al popolo sammarinese.
La Reggenza è dunque grata per il richiamo a quei valori che appartengono alla storia della Repubblica e che la stessa rinnova costantemente nella sua azione di difesa dei diritti fondamentali e contro ogni forma di violenza esercitata sulla vita umana, nell’assunto che la pace sia la principale conquista dei popoli, per il cui perseguimento risulta essenziale l’apporto di ogni “operatore di pace”.
Questo è lo spirito e la motivazione profonda con cui ci accingiamo ad affrontare il prossimo semestre, confortati anche dalle più recenti parole del Santo Padre che, tra l’altro, la Reggenza in carica ha avuto l’enorme privilegio di incontrare in Vaticano lo scorso 4 settembre, che dinnanzi agli allarmanti scenari di tensioni e di conflitti invoca il dialogo e la riconciliazione, stigmatizzando che “la violenza non è mai la via della pace e la guerra è sempre una sconfitta per l’umanità”.
Con viva soddisfazione la Reggenza formula un cordiale benvenuto anche ai Rappresentanti Diplomatici e Consolari di più recente accredito, che per la prima volta partecipano all’odierna Cerimonia, rinnovando Loro l’augurio di un fervido mandato, nella consapevolezza che oggi più che mai la stretta cooperazione fra Stati e con le Organizzazioni multilaterali sia un necessario “fronte comune” per affrontare le sfide globali, in un gioco delle parti che deve inevitabilmente contemplare l’apporto di ogni membro della comunità internazionale, sia esso di entità territoriale e geo-politica esigua o di incidenza e risorse superiori.
Un saluto cordiale va all’Ambasciatore della Repubblica Italiana, Barbara Bregato, Vice Decano del Corpo Diplomatico e Consolare alla quale, e per Suo tramite alle Istituzioni dell’amica e vicina Repubblica Italiana, esprimiamo una rinnovata gratitudine per quel recupero di fiducia, di credibilità e di amicizia che ci ha consentito di riattivare l’ottima collaborazione esistente tra Italia e San Marino, attraverso la quale attendiamo ora l’effettivo e concreto riscontro dei passi che, congiuntamente, abbiamo compiuto, per l’affermazione di una più chiara e articolata cooperazione tra i nostri sistemi economici, sociali e finanziari.
All’Ambasciatore Bregato testimoniamo inoltre il sincero compiacimento del Governo e delle Istituzioni sammarinesi per la recente notizia dell’annunciata visita in Repubblica, nel corso del prossimo anno, del Presidente della Repubblica Italiana, Giorgio Napolitano, che - ne siamo certi - sarà l’evento saliente del riacquisito “rapporto speciale” che da sempre anima i nostri due Stati.
Con sentimenti di alta stima e considerazione, la Reggenza accoglie e formula il più vivo benvenuto a Sua Eccellenza Aurelia Frick, Ministro degli Affari Esteri, Istruzione e Affari Culturali del Principato del Liechtenstein, nella sua odierna qualità di Oratore Ufficiale della Cerimonia di Insediamento dei nuovi Capitani Reggenti.
A Sua Eccellenza Frick siamo particolarmente grati per aver accolto l’invito a svolgere un adempimento istituzionale tanto caro alla Repubblica che l’Ospite saprà, ne siamo certi, ampiamente valorizzare, intrattenendo da tempo rapporti cordiali e proficui con le sue Istituzioni, particolarmente incentrati sull’essere entrambi entità sovrane di esigue dimensioni, chiamate a rapportarsi nei percorsi di sempre maggiore integrazione europea e al contempo a tutelare le specificità delle rispettive culture e tradizioni.
La presenza del Ministro Frick a San Marino è dunque segno tangibile dell’ottimo stato delle relazioni bilaterali e della disponibilità del Principato a collaborare con la Repubblica in maniera più stringente nel comune percorso intrapreso a livello internazionale e richiama, una volta in più, anche l’opportunità di condividere, pur nelle differenti posizioni che i nostri Paesi hanno assunto o potranno assumere nell’ambito dell’Unione Europea, riflessioni e decisioni che sono proprie di una comune identità storica e culturale.
E a proposito di Europa e del percorso di avvicinamento che la Repubblica sta conducendo attraverso un dialogo costante con le autorità comunitarie e con gli Stati membri, la Reggenza intende fin da ora, nell’assoluto rispetto del proprio ruolo super partes, confermare la piena vicinanza al popolo sammarinese, che il prossimo 20 ottobre è chiamato alle urne per la celebrazione di due specifici referendum propositivi, uno dei quali relativo al processo di sempre maggior integrazione europea, facendosi garante delle Istituzioni, della fedele osservanza delle norme e delle regole che sovrintendono a tale celebrazione e del diritto di ogni cittadino di poter liberamente e democraticamente esprimersi.
Consapevole di svolgere un ruolo internazionale di piccolo Stato fortemente radicato ai valori e ai principi della pace, della solidarietà e della serena convivenza tra le Nazioni e tra i popoli, San Marino è a pieno titolo membro attivo della comunità internazionale, al cui interno condivide le maggiori preoccupazioni che minano la stabilità e la sicurezza mondiali ed è oggi un interlocutore affidabile e motivato, che suscita in modo crescente l’attenzione e la considerazione su scala globale.
Solo qualche giorno fa, il Segretario di Stato per gli Affari Esteri ha partecipato a New York alla 68ª sessione dell’Assemblea Generale delle Nazioni Unite e, intervenendo dal podio della maggior Organizzazione mondiale, ha toccato tutte le grandi tematiche aperte sul fronte internazionale, ribadendo il valore di un multilateralismo che, nell’azione comune per il raggiungimento degli Obiettivi di Sviluppo del Millennio, sappia far propri, sempre più, gli strumenti del dialogo, della democrazia e del rispetto degli altri.
La determinazione e l’impegno con cui San Marino partecipa a pieno titolo all’attività delle Organizzazioni Internazionali, beneficiando dell’ammirazione di Paesi di dimensioni maggiori e certamente dominanti sullo scacchiere mondiale, sono dunque proporzionali alla consapevolezza di poter offrire un contributo che si esprime, principalmente, nel sostegno convinto ai principi dell’effettiva cooperazione fra Stati, ispirata ai valori della pace, del componimento pacifico delle controversie, della solidarietà umana e del più ampio concetto di bene comune.
Valori, questi, che hanno permeato un popolo e le sue Istituzioni e che oggi trovano ampio terreno di rilancio dinnanzi a società così apparentemente schiave di un consumismo che ha allontanato dalla via del vero progresso dei popoli.
Il semestre che ci attende dovrà rafforzare l’impegno e la convinzione di tutte le forze politiche, di maggioranza e di opposizione, delle categorie economiche e sociali, della società civile e di ogni singolo cittadino sulla necessità di una concreta ed effettiva coesione, che sappia coniugare l’azione pubblica con il più alto interesse del Paese.
È in atto una fase altamente impegnativa dell’attività governativa e parlamentare, che prevede l’esame di problematiche e provvedimenti di rilevanza economica e sociale strategica e, allo stesso tempo, lo sviluppo di un programma di riforme istituzionali che sia, al contempo, capace di garantire democrazia ed efficienza dell’ordinamento statale, nell’obiettivo di realizzare compiutamente lo stato di diritto.
È essenziale che in questa fase il pluralismo dialettico delle posizioni politiche si esprima nelle sedi preposte in un clima di civile confronto e di scrupoloso rispetto dei regolamenti e delle funzioni di chi è chiamato a garantirne l’applicazione.
La Reggenza è consapevole del particolare momento che il popolo sammarinese sta vivendo e delle difficoltà a trovare un comune denominatore che passi attraverso il recupero pieno di quel senso dello Stato che è, e deve ancor più affermarsi, quale unico e fondamentale interesse superiore da promuovere e perseguire.
È dunque necessario - ad avviso della Reggenza - che il potere decisionale, ancor più oggi, nelle strettoie di carattere economico e finanziario, le cui pesanti ricadute creano preoccupazione e tensione in ogni classe sociale, sia frutto di un’ampia e approfondita concertazione, poiché quanto più sarà sintesi equilibrata di processi partecipativi, tanto più realizzerà il bene comune, il valore più alto in assoluto cui le classi politiche possano aspirare.
Per fare ciò, occorre mantener vivo l’ascolto dei cittadini, rafforzando il legame tra gli stessi e le Istituzioni, per un pieno recupero di fiducia e per far compiutamente corrispondere l’agire politico al sentire collettivo.
Allo stesso tempo, la Reggenza richiama l’intera comunità sammarinese al pieno rispetto delle Istituzioni, nella loro precipua funzione di promotori e garanti dell’interesse generale, a far propri quel senso di responsabilità nazionale e di etica pubblica, che rappresentano i veri indicatori di civiltà e che, in quanto tali, non devono e non possono essere messi in discussione da atti e comportamenti che inficiano la legittimità e l’onorabilità degli organismi rappresentativi e dell’intero ordinamento sammarinese.
È inoltre viva la percezione di essere dinnanzi a una svolta propriamente storica, nella misura in cui si è assistito, a livello globale, allo sgretolamento di architetture economiche, politiche e sociali di dimensioni difficilmente ipotizzabili nel più recente passato; una svolta che ha profonde matrici culturali e che induce a riflettere sulle inevitabili trasformazioni in atto e sulla necessità che si affermi e si consolidi un nuovo modello di stato sociale, che sappia conciliare l’odierna contrazione economica con la necessità di potenziamento di quegli istituti di assistenza, di previdenza e di protezione sociale che rappresentano un diritto fondamentale per il popolo sammarinese e il baluardo stesso della sua democrazia.
La Reggenza detiene un’autorità che le deriva dai più antichi Statuti e che le attribuisce funzioni di vero e proprio “pater familias” dinnanzi ai cittadini più deboli e oggi, più che mai, è umanamente partecipe, vicina e solidale a tutte le fasce sociali maggiormente colpite dagli effetti recessivi della crisi economica: sarà dunque attenta e vigile nei confronto delle famiglie, soprattutto delle più vulnerabili, affinché possano essere sostenute da provvedimenti equi, che riconoscano il carico di sacrifici a esse richiesti, sia rispetto ai suoi componenti che, non più giovani, hanno perso il lavoro, con conseguente difficoltà di ricollocazione, sia a fronte del sensibile aumento della disoccupazione giovanile, che attribuisce alla famiglia la funzione di vero e proprio ammortizzatore sociale; allo stesso modo, la Reggenza presterà massima attenzione ai giovani e alle politiche incentivanti, che dovranno arginare l’attuale disorientamento, nella convinzione che le future generazioni rappresentino la vera ricchezza della nostra comunità e siano pertanto meritorie di ogni sforzo da parte delle Istituzioni, teso a garantire loro ogni utile strumento che le possa rendere fiere della propria appartenenza e responsabilmente motivate ad essere la guida della futura società; la Reggenza si prenderà cura del massimo sostegno ai portatori di disabilità, nei cui confronti dovranno intensificarsi le politiche di pieno inserimento e di partecipazione attiva alla vita economica, sociale e culturale, così come si impegnerà nell’attuazione delle misure volte a proteggere e rassicurare la categoria degli anziani, a livello di inclusione sociale e di ampia difesa dei diritti acquisiti; nella sua funzione di Suprema Magistratura dello Stato avrà infine un particolare riguardo verso i bambini, cui va riconosciuto e garantito il sacrosanto diritto a un futuro di speranza, che passi attraverso un’adeguata istruzione e una piena formazione culturale, veri asset strategici per un Paese che ripone nel “sistema scuola” le più alte aspettative di riqualificazione dell’intera società.
Accompagneremo dunque la popolazione sammarinese in questo delicato cammino, nel comune obiettivo dell’effettivo rilancio dell’economia reale, con il proposito di infondere rinnovata fiducia nell’azione delle Istituzioni.
Perché ciò possa avvenire, anche al fine di prevenire e contenere ogni possibile forma di tensione sociale, la Reggenza, pur nella consapevolezza che l’attuale azione di Governo volta alla riduzione della spesa pubblica e al reperimento di ulteriore risorse finanziarie sia resa necessaria dalla gravità del momento, farà tutto quanto in suo potere per stimolare l’Esecutivo, in un dialogo aperto con le parti politiche e sociali, ad avere maggiore coraggio nelle scelte di sviluppo.
La Reggenza è infatti convinta che, pur nell’attuale situazione di rigore finanziario, la via del rilancio e della crescita passi inevitabilmente attraverso adeguate forme di investimento in tutti quei settori quali la cultura, la creazione di infrastrutture, la ricerca, l’innovazione e la comunicazione, che consentiranno la creazione di nuova occupazione e quindi una reale ripresa economica.
In questo spirito, richiama ogni componente della società civile ad assumersi la responsabilità del momento e a fare la propria parte, senza indulgere al pessimismo e allo scoraggiamento, ma nella convinzione che il sacrificio non risulterà inutile, così come non sono risultati inutili i tanti sacrifici che il popolo sammarinese ha compiuto nei momenti più difficili della sua storia, mantenendo alta la dignità e integra la coesione sociale.
Guardiamo dunque con tale consapevolezza, con attenzione e senza pregiudizi, alla prova che le forze politiche daranno in questo periodo della loro capacità di perseguire soluzioni per i più impellenti problemi del Paese, poiché è attraverso una rinnovata fiducia nella politica, nelle sue scelte condivise e nella sua capacità di rigenerazione che si costruirà un futuro di ritrovata stabilità e serenità politica, economica e civile.
La Reggenza, nell’esercizio delle sue alte funzioni di garante dell’unità del sistema e degli equilibri istituzionali, accompagnerà dunque il percorso intrapreso a livello politico- istituzionale, mantenendo aperto il canale di ascolto delle istanze più urgenti della popolazione; di quella popolazione - la nostra popolazione - che è e deve continuare ad essere la grande riserva di risorse umane e morali, di intelligenza e di lavoro, di cui da sempre va orgogliosa e fiera la Repubblica di San Marino.
Il discorso integrale di Sua Eccellenza Monsignor Adriano Bernardini, Nunzio Apostolico, Decano del Corpo Diplomatico e Consolare accreditato a San Marino
Ecc.mi Capitani Reggenti,
Signor Segretario di Stato per gli Affari Esteri,
Signori Ambasciatori e Membri del Corpo Diplomatico e Consolare,
Signore e Signori,
come Decano del Corpo Diplomatico, accreditato presso la Serenissima Repubblica di San Marino, desidero rivolgere per la prima volta sentite felicitazioni e auguri agli Ecc.mi Capitani Reggenti di questo antico e glorioso Stato, alle loro Eccellenze i Signori Capitani Reggenti Gian Carlo Capicchioni e Anna Maria Muccioli nell’odierna cerimonia del loro insediamento.
Ci piace includere in questo saluto anche le Autorità Civili e di Sicurezza, nonché i cittadini della Repubblica, i quali costituiscono parte integrante di questo nobile Stato e hanno contribuito alla costruzione di un ordinamento sociale con solide basi lungo il corso dei secoli.
Oggi come Ambasciatori e Consoli ci piace presentarci a queste nuove Autorità nella nostra specifica qualifica di “Operatori di Pace”.
In realtà i nostri tempi, contraddistinti dalla globalizzazione con i suoi aspetti positivi e negativi e anche da sanguinari conflitti, ancora in atto - soprattutto in alcuni Paesi dell’Africa, Asia e Medio Oriente - e da minacce di guerra, reclamano un rinnovato impegno nello sviluppo dell’uomo in tutta la sua interezza.
Indubbiamente allarmano i focolai di tensione e di contrapposizione causati da crescenti disuguaglianze fra ricchi e poveri, dal prevalere di una mentalità egoistica e individualistica espressa anche da un capitalismo finanziario sregolato. Oltre a svariate forme di terrorismo e di criminalità internazionale. Sono pericolosi per la pace quei fondamentalismi e quei fanatismi che stravolgono la vera natura dell’etica per sua stessa natura finalizzata, chiamata a favorire la comunione e la riconciliazione tra gli uomini e non già la discordia e la divisione tra i vari gruppi o addirittura popoli interi.
Nondimeno le molteplici opere di pace, di cui è ricco il mondo, testimoniano l’innata vocazione dell’umanità alla pace. In ogni persona il desiderio di pace è aspirazione essenziale e coincide, in certa maniera, con il desiderio di una vita umana piena, felice e ben realizzata.
Così vogliamo e dobbiamo essere “Operatori di Pace”! Ma di quale pace?
Una pace che presuppone un umanesimo aperto a dei valori superiori. Una pace frutto del dono reciproco, di un mutuo arricchimento che permette di vivere con gli altri e per gli altri. In parole povere l’etica della pace è etica della comunione e della condivisione.
Diventa allora indispensabile che le varie culture odierne superino antropologie ed etiche basate su assunti teorico-pratici meramente soggettivistici e pragmatici, in forza dei quali i rapporti di convivenza vengono ispirati a criteri di potere e di profitto e i mezzi diventano fini. Ne consegue che la stessa cultura e l’educazione finiscono per essere centrate soltanto sugli strumenti, sulla tecnica e sull’efficienza.
In realtà, al fine di ottenere una pace vera è necessario lo smantellamento della dittatura del relativismo e il riconoscimento di un’etica totalmente autonoma che riconosce la legge etica-naturale incisa nel cuore di ogni uomo.
Da quanto detto ne consegue che gli “Operatori di Pace” sono coloro che amano, difendono la vita dell’essere umano in tutte le sue dimensioni: personale, comunitaria ed etica. La vita in pienezza è il vertice della pace. Chi vuole la pace non può tollerare attentati e delitti contro la vita. E qui rientrano i temi della famiglia, della struttura naturale del matrimonio, gli ordinamenti giuridici e l’amministrazione della giustizia. Ne consegue anche che, su di un piano concreto, come “Operatori di Pace” si è chiamati a operare per un’educazione per una cultura di pace a livello nazionale e internazionale e soprattutto a riguardo della società e delle istituzioni. Tra queste ultime hanno un’importanza fondamentale quelle culturali, scolastiche e universitarie.
Serenissimi Capitani Reggenti, a questo compito e titolo di “Operatori di Pace”, ciascuno di noi, Ambasciatore o Console, è chiamato ad assicurare il proprio contributo soprattutto a coloro che reggono i destini dei popoli.
Pensando pertanto d’interpretare il pensiero di tutti i presenti, all’inizio del loro mandato, desidero assicurare l’opera di noi tutti in tal senso e augurare loro un fruttuoso lavoro per la stabilità e pace di questa antica Repubblica di San Marino.