Nessun rimpasto. Per la sostituzione di Matteo Fiorini si ricerca una soluzione che non provochi scossoni politici
Nel rinunciare all'incarico di Governo, per ragioni di carattere personale, Fiorini aveva formalmente espresso la disponibilità a restare su quella poltrona fino al completamento di alcune attività, preparare il passaggio delle consegne e portare all’esame del Consiglio Grande e Generale alcuni importanti provvedimenti. Le sue dimissioni dovranno essere accolte formalmente dal Congresso di Stato e, successivamente, passare al vaglio del Consiglio Grande e Generale. Nel frattempo continua il balletto delle congetture. C'è chi parla di cambio al vertice di alcune Segreterie, chi di scambio di competenze, e chi invece adombra la possibilità di un rimpasto. Quest'ultima ipotesi sembra non raccogliere sostenitori convinti. Negli ambienti democristiani, ad esempio, il rimpasto viene escluso a priori. Le dimissioni di Fiorini sono un fatto personale, non c'è ragione per trasformarlo in un caso politico. Si preferisce parlare semplicemente di avvicendamento tra esponenti di Alleanza Popolare. Tutt'al più si potrebbe prendere in considerazione un travaso di deleghe. Anche in casa PSD si propende per questa ipotesi, nella volontà di superare la fase senza scossoni. Secondo le ultime voci si potrebbe profilare uno scambio fra Ambiente e Turismo, ma Lonfernini ha già avviato un piano strategico per il settore turistico e difficilmente vorrà rinunciarci. Da ridiscutere ci sarebbe anche l'assetto della Supersegreteria, guidata fino ad ora da Fiorini. Tutto sembra ancora in divenire e l'argomento resta sospeso. Nel senso che né Governo e né maggioranza, discutono ancora sui possibili scenari, almeno non ufficialmente.
La prossima settimana dovrebbe tenersi un primo incontro, fra le delegazioni dei tre partiti della coalizione, per iniziare a ragionare sulle possibili soluzioni; martedì si riunirà la direzione democristiana e questo punto potrebbe essere uno degli argomenti che segneranno il confronto interno.