“Nessuna crisi”: la maggioranza conferma le fibrillazioni ma sminuisce la portata dello scontro
A sentire i dirigenti delle tre forze della coalizione tutto sarebbe nella norma. Un semplice dibattito interno alla maggioranza senza nessun rischio di crisi o spaccature. Ma le divergenze ci sono su alcuni dei punti di attuazione del programma e tutt’altro che insignificanti, almeno a giudicare dai toni della discussione nel vertice di maggioranza. Nel clima di quiete dopo la tempesta tutti concordi sulla coesione politica, sulla condivisione degli obiettivi. Intanto però gli incontri al vertice si susseguono, i confronti anche tecnici si intensificano. A confermare i distinguo ci sono anche la prese di posizione ufficiali di Sinistra Unita e Alleanza Popolare. La prima difende con decisone l’operato dei suoi due Segretari di Stato: Ivan Foschi e Francesca Michelotti. Nella bufera infatti ci sono due provvedimenti che fanno capo a loro, quello sul giusto processo e quello sul riordino delle dirigenze scolastiche. Sinistra Unita punta il dito su quella che ritiene una difficoltà della maggioranza di trovare un metodo di lavoro efficace. Se non si cambia in fretta – rileva - il rischio è quello di non trasmettere il senso di un reale cambio di passo e di una concreta capacità riformista. Una tirata d’orecchi che Sinistra Unita rafforza con un’analisi politica a proposito della scuola: restano – afferma – difficoltà ideologiche che impediscono di impostare serenamente un cambiamento che sappia mettere i nostri figli al centro del sistema scolastico. La legge Foschi – aggiunge – introduce procedure per processi equi, tempi certi e trasparenza nell’iter giudiziario. Non ci stupiscono quindi le resistenze contro questo provvedimento – afferma Sinistra Unita – come testimonia la mancata disponibilità di alcune forze di opposizione ad integrarlo in seconda lettura con le necessarie precisazioni per la tutela del segreto bancario. Precisazioni che però, per Alleanza Popolare, non erano necessarie. Quel testo era già chiaro, la preoccupazione delle banche non giustificata – scrive AP – inconsistenti le argomentazioni sui pericoli cui andava incontro il segreto bancario. Una sorta di rimprovero neanche tanto velato al PSD che invece è sembrato più convinto sulla necessità di apporre le integrazioni in questione. Ma il richiamo è indirizzato soprattutto a quelle forze di opposizione che non hanno accettato gli emendamenti tecnici, cosa che avrebbe accelerato l’adozione di un provvedimento considerato un atto di civiltà giuridica. Troppi gli ostacoli incontrati sul cammino della sua adozione, per Alleanza Popolare che annuncia la volontà di vigilare con attenzione sul nuovo iter.
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