Settimana decisiva per le nomine governative: dopo la Cassa Depositi e Prestiti, tocca al Cda della Rai.
Niente lottizzazione, solo meritocrazia: era stata la promessa di Luigi Di Maio, vicepremier e ministro del Lavoro e dello Sviluppo Economico, riguardo alle nomine Rai, il cui Cda ha concluso il mandato lo scorso 30 giugno. La televisione di Stato è il luogo dove ora si misurano gli equilibri interni alla maggioranza. Nelle ultime ore l'accordo tra M5S e Lega, per il nuovo direttore generale di Viale Mazzini, sembra essere stato trovato sul nome di Fabrizio Salini, ex direttore di La7 e attuale direttore di Stand by me, una delle società di produzioni televisive più quotate. La partita delle nomine è giocata dai due fedelissimi di Salvini e Di Maio, Giancarlo Giorgetti e Vincenzo Spadafora.
Sul nome del presidente Rai c'è incertezza, la Lega punterebbe ancora su Giovanna Bianchi Clerici, ex Cda Rai. Circolano anche i nomi di Andrea Castellari, amministratore delegato di Viacom; Alessandro Bompieri direttore di News Italy, e Fabio Vaccarono di Google Italia.
In una lunga intervista al Corriere, il vice presidente del Consiglio Salvini ha detto che “in un mondo ideale la tv pubblica deve fare informazione più equilibrata, negli ultimi anni – ha aggiunto – nei Tg ho visto cose che non mi sono piaciute, ma per fortuna gli italiani sono intelligenti”. Una poltrona è già da cambiare: quella di Vincenzo Morgante, che ha lasciato la direzione dei Tg Regionali per quella di direttore di Rete Blu Spa, cui fanno capo TV2000 e InBlu Radio. Morgante dirigeva i Tgr dall'ottobre 2013, e dal 2016 era membro del Cda della San Marino Rtv.
Francesca Biliotti
Niente lottizzazione, solo meritocrazia: era stata la promessa di Luigi Di Maio, vicepremier e ministro del Lavoro e dello Sviluppo Economico, riguardo alle nomine Rai, il cui Cda ha concluso il mandato lo scorso 30 giugno. La televisione di Stato è il luogo dove ora si misurano gli equilibri interni alla maggioranza. Nelle ultime ore l'accordo tra M5S e Lega, per il nuovo direttore generale di Viale Mazzini, sembra essere stato trovato sul nome di Fabrizio Salini, ex direttore di La7 e attuale direttore di Stand by me, una delle società di produzioni televisive più quotate. La partita delle nomine è giocata dai due fedelissimi di Salvini e Di Maio, Giancarlo Giorgetti e Vincenzo Spadafora.
Sul nome del presidente Rai c'è incertezza, la Lega punterebbe ancora su Giovanna Bianchi Clerici, ex Cda Rai. Circolano anche i nomi di Andrea Castellari, amministratore delegato di Viacom; Alessandro Bompieri direttore di News Italy, e Fabio Vaccarono di Google Italia.
In una lunga intervista al Corriere, il vice presidente del Consiglio Salvini ha detto che “in un mondo ideale la tv pubblica deve fare informazione più equilibrata, negli ultimi anni – ha aggiunto – nei Tg ho visto cose che non mi sono piaciute, ma per fortuna gli italiani sono intelligenti”. Una poltrona è già da cambiare: quella di Vincenzo Morgante, che ha lasciato la direzione dei Tg Regionali per quella di direttore di Rete Blu Spa, cui fanno capo TV2000 e InBlu Radio. Morgante dirigeva i Tgr dall'ottobre 2013, e dal 2016 era membro del Cda della San Marino Rtv.
Francesca Biliotti
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