Nota congiunta Tribunale e Ordine Avvocati: “Riforma coerente con i dettami europei, per un giusto equilibrio fra poteri”
Dopo un dibattito acceso e serrato in Aula, nuove reazioni dalla politica
La firma è congiunta: quella del Dirigente del Tribunale, Giovanni Canzio e del Presidente dell’Ordine degli Avvocati e Notai, Maria Selva. E rafforza così il messaggio di apprezzamento per la legge sul nuovo Ordinamento Giudiziario, approvata venerdì in Aula. “Riforma che appare coerente con i principi affermati in Europa per ogni sistema di giustizia” scrivono, ricordandone l’elaborazione corale – una Commissione tecnica fatta di magistrati, avvocati, docenti universitari – ispirata a dare risposte alle raccomandazioni del Greco, “assicurando – dicono – il giusto equilibrio fra poteri dello Stato, nel rispetto dell’indipendenza della giurisdizione e delle tradizioni peculiari dell’ordinamento sammarinese”. E sollecitano nuovi passi: il completamento del pacchetto di riforme legate alla giustizia, “con la rapida approvazione della legge di modifica della procedura penale” per “rendere effettive le garanzie del giusto processo e implementarne l’efficacia”.
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Intanto, nuove reazioni dalla politica, dopo il dibattito serrato in Aula. Richiamando proprio le direttive degli organismi internazionali, il PDCS plaude ad una riforma attesa, a 20 anni dalla prima. Ripercorre il lavoro della Commissione tecnica e il successivo confronto politico sul testo “per armonizzarne le linee generali alle peculiarità del Paese”. “Un punto di arrivo del percorso di ristrutturazione del Tribunale – scrive - che ha visto il cardine nella nomina del Presidente Canzio a Dirigente”, assicurando a breve il completamento del “pacchetto giustizia”, come delle altre riforme strutturali.
Guarda avanti anche il Partito Socialista: nella soddisfazione per una riforma attesa, nella fiducia verso il dirigente Canzio quale garanzia di “stabilità nella amministrazione della giustizia”, chiede una legge di bilancio che liberi risorse per lo sviluppo.
MIS (Movimento Ideali Socialisti) parla di una “buona riforma” e per questo votata anche come forza di opposizione, auspicando però monitoraggio del Parlamento per evitare distorsioni nella sua applicazione.
Promette “vigilanza rispetto ad effetti distorsivi” anche il gruppo misto di maggioranza. E’ il sì alla riforma di Denise Bronzetti, Sandra Giardi e Grazia Zafferani per far cessare – scrivono – “il clima avvelenato, le minacce sui singoli consiglieri, le prove di forza dentro il Tribunale e in Aula”.
Toni ancora accesi dalle opposizioni, con Repubblica Futura che torna a parlare di “terra da ceci”, richiama un “disegno compiuto per mettere definitivamente le mani della maggioranza sull’amministrazione della politica giudiziaria”. Sul dibattito in Aula, denuncia un “clima cupo e preoccupante”, evocando “pressioni interne ed esterne” per arrivare al varo della legge.
Per Giuseppe Morganti di Libera, la legge ha generato un “Monstrum che non sarà facile tenere a freno”. “Sconfitta della democrazia” – dice - per una riforma che “svincola il potere giudiziario dal resto dei poteri” e che “dietro la scusa del diritto all’autonomia della magistratura, colloca il potere giudiziario in una sfera privilegiata priva di contropoteri”.
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