Giustizia: "Non più forzature", a Domagnano il monito delle opposizioni
Alessandro Cardelli spiega perché si è parlato di “colpo di Stato”: “è ciò che avviene – osserva - quando la politica mette a rischio un potere autonomo come quello giudiziario, entrando in un terreno che non le compete. Non avremo paura – aggiunge – di rivolgerci agli organismi internazionali per denunciare ingerenze di questo tipo”. Poi la solidarietà espressa ai Commissari dimissionari, "che hanno scelto di difendere il Paese e lo Stato di diritto. Una situazione non facile, la loro, - si è detto - ma ne usciranno a testa alta. La verità verrà a galla". “Tutte falsità – per Alessandro Mancini – le accuse all'opposizione di voler bloccare i lavori della Commissione. La sua composizione, con 6 membri di maggioranza contro 4 di opposizione, ne avrebbe già garantito il prosieguo. Serviva fermarsi per approfondire, e poi portare il confronto nelle sedi opportune, ma ogni tentativo è stato vano”. “Abbiamo cercato il dialogo, - continua Dalibor Riccardi - dall'altra parte hanno opposto un muro”. Federico Pedini Amati torna a far leva sulla questione “titoli”: “come si possono prelevare 50 milioni dai fondi pensione (soldi della collettività) per utilizzarli – pare - nell'acquisto di titoli 'spazzatura' da un certo istituto di credito? Il Governo anziché pretendere chiarezza su questo punto – ironizza – ha pensato bene di presentare un esposto sulla 'perquisizione' a Capuano. O noi siamo 'pazzi' – tuona – o abbiamo ragione di credere che sia davvero in atto un colpo di Stato, non ad opera di tutta la maggioranza ma di una sua parte sì. Non faremo comunque passare nessuna forzatura, - conclude - le indagini vanno fatte e non perché lo chiede l'opposizione”.
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Nel video l'intervista al Capogruppo di Rete, Roberto Ciavatta