"Una sanità migliore e sostenibile": così la vorrebbero Augusto Casali e compagni, purché il sistema rimanga pubblico. E' da questa premessa che Nuova San Marino parte per illustrare una serie di proposte capaci di dare nuovo slancio al sistema sanitario nazionale. Basta col rifarsi al modello italiano, non più compatibile con le risorse disponibili – si è detto - l'Ospedale va ridimensionato per puntare semmai sui servizi primari e sulla apertura di convenzioni a strutture private in territorio e oltre confine, ciò potrebbe aiutare ad abbattere anche i costi. “Per rendere competitive le nostre strutture sanitarie – fa poi notare Casali – occorre ridurre il numero dei dirigenti, vanno individuate figure di direttori di dipartimento, possibilmente sammarinesi; e ancor di più si rende necessario eliminare la politica dalla gestione dell'Iss”. “Tuttavia non si può parlare di nuova sanità – concordano – senza pensare di svincolarla dalla pubblica amministrazione, creando quindi contratti ad hoc, almeno per medici e infermieri, e superare così quei problemi legati alle retribuzioni che in questi anni hanno causato una emorragia di professionisti dal nostro ospedale. Il tutto – puntualizza Erik Casali – senza peraltro entrare in contrasto con il referendum appena approvato sul tetto degli stipendi pubblici. Va da sé – concludono – che serva anche una regolamentazione chiara della libera professione, ora infatti regna il caos. Non si può impedire ai medici di misurarsi con una casistica maggiore”.
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