Nuove imprese. Intesa per il Paese: fondate ma tardive le parole di Marco Gatti
Celerità dei processi decisionali, certezza delle regole e snellimento della burocrazia sono elementi imprescindibili per un sistema che ha l'ambizione, o meglio dire la vitale necessità, di essere competitivo.
Ravvisiamo come però queste parole non trovino coincidenza con l'impostazione della recente legge di Bilancio. All'interno di questo provvedimento manca, infatti, una specifica strategia in grado di attrarre nuove famiglie di investitori, sostituendo o compensando l'emorragia di imprese e di risparmiatori che precedentemente avevano creduto nella possibilità di fare impresa a San Marino.
La mancata ratifica degli Accordi, unitamente alla permanenza nella black list italiana, si collocano alla stregua di una "spada di Damocle" che disincentiva l'avvicinamento di nuovi soggetti economici al nostro Stato e, nel contempo, alimenta preoccupazioni per chi ha scelto di rimanervi.
Intesa Per il Paese, nell'imminente tavolo per lo sviluppo, porrà - tra le principali questioni - il tema della competitività del sistema Paese.
A partire dalla necessità – come abbiamo già ribadito nel corso della finanziaria - di definire un piano di "marketing territoriale" avente l'obiettivo di attirare investimenti dall'estero.
Stimolare nuovi progetti imprenditoriali con investimenti in infrastrutture, prevedere agevolazioni fiscali, finanziamenti agevolati e sgravi contributivi per l'assunzione di personale residente in territorio, definire procedure semplificate nella gestione delle pratiche amministrative, assistere nella realizzazione dell'attività' creando lo Sportello unico per le imprese e acquisire la residenza anagrafica sulla base di rigorosi requisiti specifici e seri piani aziendali eliminando ogni margine di discrezionalità, devono rappresentare la “spina dorsale” di un approccio serio e concreto per dare fiato alla nostra economia.
Una proposta che, inevitabilmente, dovrà equilibrarsi con il percorso di adeguamento agli standard internazionali calato in un rapporto corretto con gli Stati e gli Organismi sovranazionali di riferimento.
Un'apertura verso l'esterno che valorizzi la nostra sovranità e non la trasformi in sudditanza. Siamo un micro Stato e, di fronte a possibili finanziatori internazionali - provenienti dall'Europa, dall'Asia o da altre parti del globo - deve fare comunque conti con i limiti ma anche con le peculiarità di una comunità che vive in un territorio di 60 chilometri quadrati.
Comunicato stampa Intesa per il Paese