Nuovi interventi di spending review, il segretario Zanotti ne dettaglia i contorni
Interventi articolati quelli specificati e non solo l'ultima proposta di riduzione degli stipendi dei dipendenti pubblici e delle partecipate. Ma partiamo da qui.
Decade la proposta di riduzione di un'ora dell'orario settimanale, precedentemente avanzata dal Governo: avrebbe portato a un calo del 2,7% per tutti sulla paga base, ma con ripercussioni su scatti di anzianità e indennità professionali.
La nuova proposta esclude queste ultime, in quanto già precedentemente abbattute da qualche anno del 10%, e mira invece – spiegano gli Interni - a salvaguardare i redditi più bassi, per non appiattire le retribuzioni rispetto alle differenti funzioni e responsabilità.
Sarà un intervento temporaneo, per due anni. Fornito uno specchio concreto degli effetti dei tagli: le riduzioni vanno da 22 euro per retribuzioni di 1500 euro, fino a 172 euro mensili in meno per retribuzioni di 4500 euro.
Esempio mirato, poi, per il settore pubblico allargato: un dipendente al sesto grado, al massimo della carriera (2510,64 euro, piede retributivo + 10 scatti anzianità) vedrebbe una riduzione di 63 euro al mese.
Non solo tagli agli stipendi, si diceva. Tra le misure previste anche: piani di riduzione della spesa di enti e società a partecipazione pubblica entro ottobre; riduzione dei trasferimenti a enti ed aziende autonome; programmazione e conseguente razionalizzazione dei piani annuali delle assunzioni; accorpamenti delle unità organizzative, mentre procede la riduzione della spesa per affitti passivi per un risparmio di 400mila euro.
AS