Nuovo Partito Socialista: il segretario è Augusto Casali
Augusto Casali e’ il segretario del Nuovo Partito Socialista. E’ stato nominato per acclamazione dall’assemblea del congresso di rinascita. Un partito che punta alla moralità, alla trasparenza, alla onorabilità. Alla politica del dare e non dell’avere. Alla rinascita dell’identità e dell’orgoglio socialista al servizio del paese. E il richiamo alla faccia pulita della politica, e’ stato il leit motiv degli interventi della giornata. Tutti hanno sottolineati che questa e’ una fase storica. Nasce una forza politica che guarda ai bisogni di tutti, al servizio della collettività, con particolare riguardo alla terza età e ai giovani. Molti i delegati che hanno chiesto di dare voce alle nuove generazioni. 'La casa socialista e’ stata preparata, ora e’ aperta a chi condivide questi stessi valori'. Con un pensiero a chi milita negli altri partiti della sinistra. Un soggetto aperto al dialogo con le altre forze politiche a 360 gradi, ma con un rapporto privilegiato con Alleanza Popolare. Non pochi sono stati gli interventi in questo senso, e al PSD, che resta comunque il primo interlocutore. Occhi puntati sul Pdcs e a quanto farà in termini di moralità e istituzioni. Dagli interventi dei delegati pesanti critiche verso gli ultimi atti del governo straordinario, a una riforma del mercato del lavoro e a quella previdenziale che sono state presentate dalla sinistra, ma che dei valori della sinistra hanno ben poco. Paolo Bollini ha denunciato anche le difficoltà in cui versa il commercio in Repubblica, lanciando poi un messaggio al segretario del PSD Chiaruzzi: 'se avesse detto qualche no nel partito, forse non saremmo qui'. E sul partito che deve cambiare metodo su e’ espresso anche il segretario uscente di Nuova San Marino, Orazio Casadei. Quale sia il metodo, lo ricorda Erik Casali, che critica le leggi del governo straordinario e 'una società del Bingo cui tutto e’ permesso, accordi economici con paesi che si fa fatica a trovare nel’atlante. Non sono le istituzioni in crisi – ha concluso – ma le persone che siedono in quelle poltrone'. E’ poi Dario Manzaroli a parlare dei bisogni di un paese che ha perso la socialità, dove gli anziani sono emarginati dalla dinamica sociale, 'con tanti frontalieri che rischiano di diventare i padroni del territorio e dove la formazione e’ elemento che fa la differenza. Oggi torniamo nella casa socialista' e su questo ritorno si sono soffermati gli ultimi interventi. Maurizio Rattini ha ricordato che il percorso tracciato e’ lo stesso iniziato dai padri fondatori non solo del partito socialista, ma della stessa Repubblica. 'Sono 2 le cose che servono per crescere- dice - la passione per il lavoro dei socialisti e che sappiano conservare la loro storia. Dobbiamo ricostruire – ha concluso Rattini – un partito con la capacità di andare oltre il sentimento e il risentimento'. 'Siamo degli irriducibili – gli ha fatto eco Antonio Volpinari, che ha spiegato il perché dell’uscita tardiva dal Psd -: ci eravamo illusi di poter cambiare le cose, di riuscire con l’unificazione, a curare quei mali che denunciavamo all’interno del partito'. Ha poi spiegato il nuovo simbolo: i tre monti - simbolo della statualità - il sole nascente dell’avvenire, i garofani - simbolo dei lavoratori. Dialogo aperto con il Psd, primo interlocutore e ricerca del dialogo con la Dc, senza sottostare alle sue strategie di potere. Il congresso va poi in archivio con l’elezione del segretario. Augusto Casali ha ringraziato e letto i componenti dell’assemblea generale. Approvata all’unanimità anche la mozione conclusiva.
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