Per l'opposizione Celli paga colpe della maggioranza. Adesso.sm contro " il bullismo politico"
“Non l'ho capito”, risponde Teodoro Lonfernini, che definisce Celli “l'anima sacrificale”. Attacca la maggioranza: “Paga lui per permettere a tutti voi di continuare un'esperienza infelice. La disfatta di Celli è la vostra. Imbarazzante – continua - come state scaricando le responsabilità su un vostro collega come se fossero solo le sue. Sarò soddisfatto – conclude - solo quando tutta la maggioranza porrà fine alla legislatura”. Particolarmente duro, nel giudizio, il suo ex partito. Per Denise Bronzetti Celli è stato sacrificato sull'altare. “Non provo pietà se non ha capito il rischio che stava correndo, ha servito il gioco folle che qualcun altro aveva preparato. Celli altro non è che non è che un giocatore di una partita della vita che qualcuno sta giocando senza pensare che questo porta allo sfascio del paese”. Alessandro Mancini definisce bipolare e contraddittoria la sua presenza nella politica e nelle istituzioni. “Ricorderemo – dice - le sue innumerevoli e facili dimissioni”. Ricorda le parole pronunciate in commissione finanze: “abbiamo toccato con mano la sua disperazione politica”. Se fossi in lui mi interrogherei se più che una vittima il suo ruolo non sia stato quello dell'utile idiota”. Il cuore della questione – continua - è però la copertura politica che ha ricevuto dalla maggioranza, la stessa maggioranza che a stretto giro accusa l'opposizione di bullismo parlamentare, dimenticando – fa notare Michele Muratori – “che dietro ad un politico e ai suoi errori si cela una persona e una famiglia”. Dal presidente di SSD invita alla pacificazione con opposizione, categorie economiche e sociali. “Non è la maggioranza né il governo ad averne bisogno ma tutto il paese”. Grave – dice la maggioranza – l'uscita dell'opposizione dal Consiglio quando Celli ha preso la parola. “ Posso capirlo da Rete – commenta Jader Tosi – ma non da Dc, Psd e Ps. E' quello il senso delle cose che non funzionano”. Si dice che sia stato Civico 10 a chiedere la testa di Celli. “Nei primi due anni – afferma Tosi – Celli ha vissuto spingendo sull'acceleratore talvolta sbandando in curva”. Riconosce che la maggioranza cercava di portare quella strada nel solco della prudenza ma che quei percorsi erano inevitabili. Le sue dimissioni – aggiunge - hanno portato ad un rilancio dell'azione politica, il coraggio di andare oltre. Ci crediamo e vogliamo farlo”.
Giancarlo Capicchioni spera che con l'entrata di Michele Guidi “arrivi un po' più di orgoglio” e aggiunge: “Celli ha pagato il prezzo politico che la sua maggioranza gli ha chiesto”.
Sull'accusa di attacchi violenti, Stefano Canti precisa: “l'opposizione denuncia ciò che non funziona. Il problema è che il governo fa quello che vuole”. Federico pedini Amati non usa mezze parole: Celli non è mai stato autonomo nella sua azione politica. In questa legislatura era nelle mani di Grandoni, Confuorti e di un giudice non elevato ad eroe”, facendo riferimento alle parole – contestate di nuovo con forza - pronunciate in Commissione Finanze su tribunale e Banca Centrale.
“ Queste – lo incalza Mimma Zavoli - sono invece parole rispettose della magistratura?” Per la consigliera di Civico 10, Celli è stato trattato spesso come un "cane rabbioso". E avverte: “Non crediate finisca qui. È un' attività portata avanti in maniera scientifica da chi in quest'aula ha il controllo totale dell'opposizione”. Anche Matteo Fiorini parla di attacchi mai visti ad una persona non rinviata a giudizio, senza avvisi di garanzia né condanne, quando invece in Aula c'è chi comandava partiti mentre certi personaggi facevano cose ben più gravi, con condanne in primo grado. Si dice che sia stato Civico 10 a chiedere la testa di Celli ma Matteo Ciacci nega. “Celli si è dimesso per un'esigenza di discontinuità nella coalizione. Lo ha messo nero su bianco”. A nome del movimento torna a invocare il cambio di passo di governo e maggioranza attraverso elementi concreti, come gli interventi strutturali. “Sarà questa – dice - la vera sfida” partendo da un metodo nuovo: il riconoscimento di meriti, responsabilità e l'analisi di quanto avvenuto. Per Francesco Mussoni le dimissioni di Celli sono però un falso elemento di discontinuità. Secondo il consigliere Dc le ha chieste la maggioranza con un obiettivo politico: cercare di riaprire il dialogo con qualcuno dell'opposizione. Chi ha posto la questione Celli ne ha posto anche delle altre ma l'agonia – dice - continuerà. Non potrete fare in un minuto quello che non avete fatto in due anni”. In questi casi si fanno verifiche e rimpasti, poi si governa o si va alle elezioni. “Avete confermato – conclude – di non poter governare questa fase politica
MF