Tutta l'opposizione chiede, ancora una volta, la testa del direttore di Banca Centrale. Non solo per la gestione Asset e la fuoriuscita di capitali, ma anche per quello che Pedini Amati definisce “un gesto rivolto all'intera collettività”. L'ultimo di una lunga serie di atti che hanno avuto - ricorda Iro Belluzzi – ripercussioni sull'intero sistema. Se è vero che la forma è sostanza, quel dito medio – ribadisce la minoranza - manca di rispetto al paese, crea un danno di immagine. Savorelli – dice Denise Bronzetti – dovrebbe chiedere scusa a stampa, istituzioni, cittadini. “Al netto di tutto – aggiunge Roberto Ciavatta – abbiamo il dovere di pretendere rispetto istituzionale”. Dunque immediate dimissioni, così come richiede – ricorda Giancarlo Venturini – un odg a firma dell'opposizione che verrà discusso nella prossima sessione del Consiglio. La maggioranza lo voterà? Con un comunicato ha stigmatizzato l'accaduto anche se alla Bronzetti, a fronte dei mal di pancia di qualche esponente di Adesso, è sembrato uno schiaffo sulla mano di un bambino. Stefano Canti spera invece di leggerlo come una sentenza di licenziamento. Nel mirino anche Confuorti, il suo legame con Grais, la conferma di una partita – quella sul settore bancario – giocata fuori dalla Repubblica e di nomine – rincara la dose Adele Tonnini – decise nel salotto del noto banchiere. Non possiamo accettare – aggiunge Matteo Rossi – che il presidente di Bcsm si presti a marchette. Chiedono chiarezza, potrebbe farlo la commissione d'inchiesta, “mi auguro – dice Ciavatta – che la Centrale rischi mostri il ruolo di Confuorti” e annuncia un'interpellanza. La tensione è alle stelle “ma non aiutano – dice Lazzaro Rossini – gli appelli al confronto di Celli che sanno più che altro di presa in giro”.
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