Ieri, durante la mia partecipazione alla trasmissione televisiva “Palazzo Pubblico”, è avvenuto un episodio estremamente grave ed increscioso. La consueta “nota”, redatta dal giornalista di San Marino RTV Luca Salvatori per svolgere una mera sintesi dell’esito dei lavori consiliari, è stata in parte condita da una serie di opinioni – assolutamente personali – del tutto fuorvianti, faziose e prive di ogni minimo fondamento rispetto a quanto è accaduto nella scorsa sessione consiliare. Non a caso il sottoscritto, dopo avere avuto modo di poter commentare a caldo le “castronerie” espresse dal Salvatori nel suo pezzo, ha registrato un forte imbarazzo da parte del conduttore che si immediatamente scusato per l’episodio - durante la registrazione - contattandomi, successivamente, anche al telefono. Nella sua “nota”, o meglio nel suo editoriale politico, Salvatori ha parlato della questione “Conto Mazzini” alla stregua di un argomento discusso nell’ultima sessione consiliare. Cosa che non si è, in alcun modo, verificata. Non solo si è avventurato in affermazioni del tutto tendenziose ed infondate. Ha bollato la vicenda come una spada di Damocle che attraversa maggioranza e opposizione. Ha parlato di prossimi rinvii a giudizio, di necessaria attesa di un primo e secondo grado quasi che le responsabilità personali fossero già state accertate e la dichiarazione di colpevolezza definitiva sia soggetta soltanto ad un iter burocratico. Ma soprattutto – cosa per me assolutamente inaccettabile – del rischio che si apra, come in realtà esterne, uno scontro tra politica e magistratura. Si tratta di frasi gravissime che non possono essere considerate accessorie. Specialmente per il mio comportamento, tenuto all’interno di questa vicenda, all’insegna del pieno rispetto e della collaborazione con l’autorità giudiziaria. Per questo, stamane, ho dato pieno mandato ai miei legali di valutare il contenuto della nota redatta dal Salvatori per poi attivare tutte le iniziative opportune a difesa della mia onorabilità. Sarà, inoltre, mia cura inviare nei prossimi giorni un esposto alla Commissione di Vigilanza per valutare l’imparzialità e la correttezza di chi svolge un compito all’interno di una trasmissione a carattere eminentemente istituzionale e non di altro tenore. Non solo, fino a quando non ci sarà piana chiarezza verso questo grave episodio, proporrò al mio Gruppo Consiliare di astenersi dal partecipare alla trasmissione stessa. L’episodio, però, oltre a commentarsi da se denota una certa deriva – anche nel servizio pubblico – tipica di un giornalismo “militante”. La libertà di stampa ed il diritto di cronaca sono valori irrinunciabili ma non possono, in alcun modo, essere piegati alle proprie simpatie o antipatie quando si è addirittura operatori del servizio radio televisivo pubblico. L’informazione pubblica dovrebbe avere un maggiore grado di equilibrio, proprio per la sua natura. Peccato che l’approfondimento – in questi mesi – sulla cosiddetta questione morale abbia avuto spinte a corrente alternata. D’altronde, basta dare una semplice scorsa alla cronologia delle notizie di questo tipo. Vi sono due pesi e due misure che hanno relegato ad una sorta di “damnatio memoriae” vicende ben più gravi di cui – al momento - ometto di richiamarle col proprio nome. Ma evidentemente, come ho già avuto modo di sostenere nell’aula consiliare, ci sono questioni morali di “SERIE A” e di “SERIE B”.
Giovanni Lonfernini
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