In Parlamento si avvicina l’accordo su un testo di riforma dei partiti

In Parlamento si avvicina l’accordo su un testo di riforma dei partiti.
A Bruxelles Monti e Barroso siglano un patto per la crescita, purchè sia basata sull'incremento della competitività e non dell'indebitamento degli Stati. L'accordo incassa il sostegno della signora Merkel, ma al Professore fa bene anche sul fronte interno.
Per Alfano quella scelta da Monti "è la strada giusta". E puntualizzando che "di solo rigore si può anche morire", il segretario del Pdl ribadisce che il proprio partito non pensi ad elezioni ad ottobre. E che il Pdl sosterrà Monti fino a fine legislatura lo avrebbe confermato direttamente Berlusconi al presidente Napolitano. In un lungo faccia a faccia al Quirinale, il Cavaliere al Capo dello Stato pone paletti soprattutto sulla crescita, che per il Pdl non va finanziata con altre tasse, e sulla riforma del mercato del lavoro, il cui iter al Senato rischia di essere rallentato dalla mole di emendamenti presentati. Mentre Alfano chiede "procedure più semplici per chi deve assumere lavoratori", i sindacati rimangono spaccati: se dalla Cgil Camusso conferma lo sciopero generale pur senza fissarne la data precisa, Bonanni della Cisl sostiene che il testo "va approvato dal Parlamento per come è". E, mentre in Parlamento ci si avvicina sempre più ad un accordo per un testo base sulla riforma dei partiti, e ferve la sfida tra Casini e Berlusconi alla conquista dei moderati, la Lega continua a stare sotto schiaffo per le inchieste giudiziarie. L'ex tesoriere Belsito dice ai magistrati che Bossi era informato di come egli spendesse i soldi del Carroccio. E in Lombardia scoppia un nuovo caso, con avvisi di garanzia per esponenti del Pdl, per le firme false a sostegno della candidatura a governatore di Formigoni.

da Roma Francesco Bongarrà

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