Part-time femminile, Lonfernini: "Si può fare di più, ma diversi strumenti ci sono già"
E sul reddito di cittadinanza: "Non sono a favore. Molto meglio le tutele sociali che San Marino mette a disposizione dei suoi cittadini"
La conciliazione famiglia-lavoro pesa particolarmente sulle madri, che sentono forte l'esigenza di part-time e flessibilità di orari. La recente fotografia sulla povertà scattata da Caritas evidenzia il disagio delle donne sole con figli a carico, senza rete d'appoggio, e con uno stipendio che non copre tutte le spese. A San Marino è stato varato un anno fa un decreto rivolto all'occupazione femminile che prevede: incentivi contributivi per l’assunzione di personale in affiancamento alla lavoratrice gestante; misure per favorire il part-time post partum con l'estensione degli incentivi ai datori di lavoro che lo concedono a chi ha figli fino alle scuole elementari; sgravi contributivi per le assunzioni a tempo indeterminato part-time, sino ad un massimo di 25 ore settimanali, di lavoratori non occupati da almeno 2 mesi, con un figlio all'asilo nido, infanzia o elementari.
“È chiaro che si può fare molto di più” – afferma il Segretario al Lavoro Teodoro Lonfernini. “Dobbiamo, proprio attraverso la Caritas, continuare ad attenzionare il sistema e quei casi del sistema. Però è altrettanto vero che tutti i soggetti – che siano imprese, Caritas o comunità - devono conoscere quali sono gli strumenti legislativi presenti in territorio. Come ad esempio il Decreto, a disposizione da più di un anno, e che spero sempre più soggetti possano usufruirne”.
C'è poi chi vorrebbe a San Marino il reddito di cittadinanza, che tanto ha fatto e sta facendo discutere in Italia. Sul tema la posizione del Segretario è chiara: “Non sono a favore di quel tipo di strumento, ma di quelli che il nostro paese mette a disposizione dei nostri concittadini, anche nelle fasi in cui perdono il lavoro. Il nostro paese è ricchissimo di tutele sociali, che possono essere sicuramente equiparate ad una forma di reddito minimo nella fase in cui quei soggetti sono alla ricerca di una nuova occupazione. Tutto il resto, a mio modo di vedere, deve rappresentare quella capacità di autonomia e libertà nel crearsi una propria autosufficienza che credo sia molto più qualificante di qualunque altro reddito concesso a titolo gratuito dallo Stato. Il nostro paese in questo momento ha un 2% di disoccupazione, e quindi credo che stia toccando le punte più a favore della sua storia. Dobbiamo lavorare per rendere occupati anche quei soggetti che in questo momento non lo sono, ma non con strumenti che sono più una concessione piuttosto che un dare valore al lavoro”.
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