L’attenzione della politica si sposta tutta verso la democrazia cristiana, o meglio, verso le scelte che il partito di maggioranza relativa farà di qui alla prossima sessione consigliare. Si, perché nella del parlamento della settima prossima, in assenza di novità di rilievo sul fronte giudiziario, come lo stesso Francini ha dichiarato, il segretario agli Interni rimetterà il proprio mandato, aprendo di fatto il rimpasto di governo. Certo, da un punto di vista tecnico la sostituzione non sarà immediata, Francini resterà alla guida della Segreteria ancora qualche tempo, fino all’espletamento del percorso previsto. Le indiscrezioni sui papabili, i presunti candidati alla staffetta di governo, in questi ultimi giorni si rincorrono e i nomi che più insistentemente circolano sono quelli di Pasquale Valentini e Rosa Zafferani. Per il primo si tratterebbe di un ritorno sulla poltrona della Segreteria alla Pubblica Istruzioni, per la seconda invece si ipotizza un trasloco alla Parva Domus. Indiscrezioni più o meno attendibili, anche se fino a quando da via delle Scalette la nomina non sarà ufficializzata, si è costretti a dire di essere nel campo delle congetture. Un periodo nel quale comunque il clima politico è surriscaldato, a dispetto della colonnina che registra le temperature stagionali. Non solo la DC è alle prese con l’epilogo del caso patente, ma, stando ai bene informati, anche con uno scontro interno che l’ufficialità vuole invece smorzato, grazie alla decisione di sciogliere le correnti e le fazioni in vista del congresso di aprile. Fase precongressuale anche per il partito dei democratici, che sarà il primo ad aprire le danze l’11 febbraio. La burrasca in casa del PdD, scatenata dalle dichiarazioni del Segretario a fine anno, sembra essersi placata e il timone tornato saldo nelle sue mani. Al congresso però Morganti vorrà saggiare con chiarezza il gradimento dei suoi. I gruppi di lavoro incaricati di preparare l’assise unitaria del 18, 19 e 20 febbraio sono già all’opera e stando alle prime valutazioni le convergenze sarebbero addirittura superiori a quelle sperate. Certo non mancano i nodi da sciogliere, primo fra tutti quello delle alleanze e del rapporto, in particolare, con la democrazia Cristiana. “La forza politica che nascerà - spiega Morganti – non sarà alternativa né alla DC né ad altri partiti, conteranno i progetti e fino a quando gli obiettivi saranno comuni le alleanze resisteranno”. La questione, casomai si porrà dopo la consultazione elettorale. Il partito unitario si collocherà sicuramente nell’area di centro sinistra, chiamando a raccolta coloro che si riconosceranno. “Quando la Democrazia Cristiana esprime i valori sociali che le sono propri – dichiara il Segretario dei Democratici – diventa un alleato naturale anche per una forza di centro sinistra”. Insomma: chi vivrà vedrà.
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