Contrari alla linea di partito, in 12 – più Federico Crescentini che lo aveva già fatto un mese fa - lasciano la Direzione del Ps ma non il partito. Dimissioni in blocco, dunque, per quasi un terzo dei membri dell'organismo. Tra loro, Stefano Spadoni e anche il consigliere Alessandro De Biagi. A dare l'assist determinante a questa decisione sono state le dimissioni di Simone Celli dalla segreteria del partito e la sostanziale condivisione delle sue motivazioni. “Innanzitutto la consapevolezza che il Patto di Legislatura sia ormai superato. Il senso di responsabilità da noi dimostrato con questa iniziativa – osserva Crescentini – si è trasformato solo in appiattimento verso la maggioranza, senza produrre risultati per il Paese”. E poi la questione morale, che a suo parere non è stata sostenuta convintamente dalla 'testa' del partito: “E' il momento di rottamare le vecchie generazioni – dice - ma occorre approvare al più presto anche un pacchetto di norme che ponga una serie di criteri in fatto di incandidabilità ed incompatibilità degli incarichi, nonché maggiore trasparenza sullo status patrimoniale di chi ricopre ruoli pubblici”. Insomma un input a dare l'avvio ad una nuova stagione politica. “Che passa necessariamente – rimarca Spadoni - dalla costituzione di un nuovo soggetto politico, un contenitore che racchiuda le migliori forze del riformismo, aperto quindi a Psd, Su e anche allo stesso Ps. Questo è l'obiettivo su cui intendiamo lavorare”. E sullo sfondo, più o meno lontano, le elezioni.
Silvia Pelliccioni
Nel video l'intervista a Federico Crescentini, Partito Socialista.
Silvia Pelliccioni
Nel video l'intervista a Federico Crescentini, Partito Socialista.
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